Come l'anno scorso, la sera della vigilia di Natale, insieme ai miei cari (cagnetta compresa!), ho guardato Natale a Castlebuly Hall (A princess for Christmas, USA, 2011) di Michael Damian (Morte sottozero), cosceneggiatore con Janeen Damian (Io & Marley 2). Perché, in questa notte sacra e magica, si possono tradire gli amati classici e i vecchi, meravigliosi film in bianco e nero, per una storia più leggera, che faccia sognare, senza far troppo riflettere sulla vita reale.
E Natale a Castlebuly Hall, in cui non mancano nemmeno tracce di fede, è una divertente e delicata fiaba moderna, ambientata nel più affascinante scenario natalizio, un grandissimo castello circondato da un immenso parco reso quasi incantato dalla neve (Peles Castle e Bragadiru Palace, Bucarest).
All'inizio del film, però, questa principesca dimora, appartenente al vecchio duca Edward (Roger Moore), con le sue vaste sale vuote, le severe regole e le soffocanti attenzioni della servitù guidata dal maggiordomo Paisley, costituiscono una prigione per la giovane Jules Daly (Katie Mc Grath) e i suoi nipotini, lo scontroso adolescente Milo Huntington (Travis Turner) e la vivace e dolcissima Maddie (Leilah de Meza).
Lo scorbutico duca di Castlebuly, pieno di pregiudizi verso quella povera ragazza di Buffalo, sorella della nuora, morta col marito in un incidente stradale, così diversa dal suo mondo fatto di stupidi snobismi, segreti e crudeli pettegolezzi, non è, però, l'unico cattivo. Come in ogni favola, infatti, anche in questa commedia sentimentale prodotta da Brad Krevoy (Scemo e più scemo) ed impreziosita dalle musiche di Mark Thomas (Countdown dimensione zero), c'è una strega malvagia, la vanesia e sciocca Arabelle (Charlotte Salt), nobile fidanzata del principe Ashton (Sam Heughan), che naturalmente odia Milo, Maddie e la loro affascinante zietta. E se lei, unica vera cattiva, viene punita come si deve, il duca si ricrede, lasciandosi intenerire dall'affetto dei nipoti e dalla generosa disponibilità di Jules, che, a poco a poco, con la sua spontaneità e dolcezza, conquista anche il bellissimo cognato Ashton.
Perché questo film, che ricorda per molti aspetti Cenerentola, Il piccolo Lord, La bella e la bestia, oltre ai romantici romanzi Harmony, è anche la storia di un cambiamento, di una rinascita, dell'ennesima, importantissima vittoria della vita e dell'amore sulla morte. Come accade per la fenice, dalle ceneri di una famiglia se ne crea una nuova, altrettanto unita e felice, perché non bisogna rimpiangere quello che abbiamo perso, ma celebrare quello che abbiamo trovato.
Così tra timide dichiarazioni, fraintendimenti, balli, teatrali scenate di gelosia e salvataggi all'ultimo minuto, si arriva piacevolmente al pur scontato lieto fine, corredato di colorati e scoppiettanti fuochi d'artificio.
Candidato a due Grace Award nel 2012 per le interpretazioni dei due protagonisti, Natale a Castelbuly Hall sarà pure infarcito di buonismo e luoghi comuni, ma una nutrita dose di allegria e seppur trita saggezza non ha mai fatto male a nessuno. Anche questi film di livello certamente non eccellente, hanno comunque un grande, preziosissimo pregio: la capacità di farci tornare bambini, splendidamente innamorati della vita, caparbiamente fiduciosi negli altri e nel domani. E, come ne La vita è bella, salvano l'ingenua felicità dei bambini. Questo, per me, è il dono più bello.