mercoledì 28 dicembre 2016

Fred Claus, ovvero il fratello di Babbo Natale!

Che Babbo Natale, cioè Nicolas Claus (Paul Giamatti), fosse un adorabile omone con una grande pancia e tanta barba bianca, lo sapevamo tutti.

                                              

Che fosse buono, generoso e leale, anche. Come che vivesse al Polo, che avesse un laboratorio di costruzione per produrre, con i suoi amici elfi, ogni anno tutti i regali desiderati dai bambini del mondo, da trasportare sulla slitta volante trainata da morbide e cornute renne. Che avesse una moglie più giovane che tenta con scarsi risultati di tenerlo a dieta, con la quale affronta i normali problemi matrimoniali di ogni altra coppia del mondo, no.

                                                           

                        

Che avesse dei genitori ancora piuttosto giovani, più precisamente un padre timido ed una madre più intraprendente, con cui trascorre sempre le vacanze, nemmeno. Né che avesse come guardie del corpo dei piccoli ninja scatenati, pronti a difenderlo con la vita.

                                                    

Soprattutto non sapevamo che avesse un fratello, Fred (Vince Vaughn) che vive lontanissimo. Totalmente diverso da lui: più magro, più bello, più giovane, più agile. Ma anche più egoista, immaturo, solitario, scapestrato e truffaldino, eccezion fatta per l'affettuosa amicizia col piccolo Slam.

                                                  

Così superficiale da arrivare a fingersi un rappresentante dell'Esercito della Salvezza per racimolare i soldi che gli mancano per comprare il locale che sogna di adibire a sala da gioco. E farsi mettere prima in fuga, e poi in prigione. Perché possa finalmente mettersi in moto la vera storia.

                                 
                                     
Quella educativa e un po' sdolcinata che noi spettatori ci aspettiamo e che subito arriva. Dopo il rifiuto di aiutarlo da parte della bella fidanzata Miranda, ormai arcistufa e stanca dei suoi comportamenti, non gli resta, infatti, che chiamare il buon vecchio fratellone che, nonostante le occhiatacce ed i rimproveri della moglie Annette (Miranda Richardson), ormai anch'essa allergica al cognato e alle sue richieste, gli manda i 5.000 € previsti dalla cauzione.

                                              

E qui vengono gettate le basi per una futura (e insperata) conversione: se il furbacchione spera di ottenere senza batter ciglio anche gli altri  50.000 € che gli servono per l'acquisto del locale ... beh, si sbaglia di grosso. Perché, come tutti, dovrà guadagnarseli. Lavorando. A differenza degli altri, però, dovrà farlo nientepopodimeno che .... al Polo! Più precisamente nella magnifica, straordinaria, affollata, luminosa e colorata fabbrica dei sogni, ovvero il laboratorio segreto di Babbo Natale!!!!

                             

Sarà proprio qui che, come Nicolas Claus, insieme a tutti noi sperava, qualcosa in lui inizia magicamente a cambiare,  in quelle  enormi stanze in cui il dj mette sempre il solito mieloso disco e in cui gli aiutanti del Grande Rosso fanno sempre gli stessi gesti e dicono sempre le stesse cose, come in un rivisitato Tempi Moderni natalizio.   
                  
 

             

Dove Willie (John Michael Higgins), il capo degli elfi, che ospita Fred nella sua piccola casetta da elfo, in minuscoli lettini da elfo, ama da sempre, non ricambiato, la bellissima assistente e contabile, Charline (Elisabeth Banks), umana, altissima e biondissima.  

         

Fred col tempo inizia a conoscerlo meglio, fino a diventare suo amico e consigliere, tirando fuori, tra una carezza e un pugno (metaforici, si intende!), il bene ed il meglio che ci sono in lui, il coraggio, la sicurezza, la fiducia in se stesso, aiutandolo a superare le sue paure, in modo che la donna dei suoi sogni, che non ricorda mai il suo nome, lo veda finalmente per quello che è davvero, imparando ad amarlo.
Tra le infinite pile di fascicoli sui bambini del mondo, di cui un timbro, buono o cattivo, decide la sorte, lista 1 o lista 2, il nostro amico Fred comincia a ribellarsi, a maturare, ad accorgersi degli altri.

                               

Convincendosi che non ci sono bambini cattivi, ma solo bambini spaventati, sfortunati o che non si sentono ascoltati.

                           

Questa presa di coscienza tira fuori tutta la sua rabbia repressa, l'invisibile gelosia e distanza che lo ha sempre separato da Nicolas, all'ombra del quale è cresciuto, privo di un suo spazio vitale, proprio come un albero che, debole, si piega, nascosto dalla grandezza di quello vicino, e poi viene tagliato, ma anche della madre.


                   

Accettata questa verità, cerca di risolvere il conflitto, nel miglior modo che può: aiutando i suoi cari, coloro che, nonostante tutto, lo amano e non sanno di avergli procurato tanta sofferenza e disagio. Solo lui, infatti, un Claus, può sostituire il fratello infortunato nella sua sacra missione, salvando il Natale e con esso la felicità dei bimbi del mondo, perché per i piccoli è importante ricevere un regalo, anche se non proprio quello che desiderano, come sapere che c'è qualcuno là fuori che pensa a loro.

                                  

Indossato il costume rosso diventa un altro uomo, una sorta di supereroe, come l'ispettore Clive, ex Clive Quattr'occhi, con il suo mantello di Superman prima negato e poi consegnatogli da Babbo Natale con vari decenni di ritardo, capace di fare quello che gli altri non si aspettano assolutamente da lui.

                                 

E anche di più.

                      

Così si arriva, in una folle corsa contro il tempo, dopo un lungo e tortuoso percorso tra il buio e la luce attraverso i simboli più conosciuti dei Paesi del mondo, tra migliaia di biscotti ingurgitati alla velocità della luce e una folle guida da professionista che fa un bel po' di infrazioni, al lieto fine. E vissero tutti felici e contenti, in una nuova armonia e modo di vita. E anche la storia principale, quella del bambino Fred, si conclude nel migliore dei modi: un inaspettato regalo, finalmente: la conquista di un nido e del senso della vita.

           

La trama sarà pur già vista e rivista, come anche i contenuti, ma il film, Fred Claus - Un fratello sotto l'albero (2007) di David Dobkin, basato sulla storia inventata da Jessie Nelson e Dan Fogelman, prodotto dalla Warner Bros - Silver Pictures, è riuscito. Perchè è divertente, oltre che scorrevole, e ha l'unico vero ingrediente che gli si chiede. Lo spirito del Natale, la magia del desiderio, l'ansia dell'attesa, dell'aspettativa, della speranza, della sorpresa quando questa si avvera.

                                                                     

sabato 24 dicembre 2016

Buon Natale!

Cari amici e dolci amiche, quest'anno esprimo i miei affettuosi auguri attraverso le profonde e sagge parole di una poesia di una grande donna che ho sempre amato e stimato, Madre Teresa.

E’ Natale

E’ Natale ogni volta
che sorridi a un fratello
e gli tendi la mano.


E’ Natale ogni volta
che rimani in silenzio
per ascoltare l’altro.


E’ Natale ogni volta
che non accetti quei principi
che relegano gli oppressi
ai margini della società.


E’ Natale ogni volta
che speri con quelli che disperano
nella povertà fisica e spirituale.

E’ Natale ogni volta
che riconosci con umiltà
i tuoi limiti e la tua debolezza.

E’ Natale ogni volta
che permetti al Signore
di rinascere per donarlo agli altri.

domenica 24 luglio 2016

Un ponte per Terabithia

Un ponte per Terabithia (Bridge to Terabithia) è un film americano del 2007 diretto da un regista esordiente, l'ungherese Gabor Csupo.
Fantasy drammatico, è tratto dall'omonimo romanzo di Katherine Paterson (Io me ne vado, The day of the Pelican, Il segno del crisantemo) del 1976, cui si ispira anche la pellicola di Eric Till (Luther, L'assassino è alla porta, Appello finale) del 1985.
Con questo film, presentato al Giffoni Film Festival nel 2007, vincitore, nello stesso anno, agli Young Artist Awards del premio alla Miglior Attrice (Anna Sophia Robb), nominata come Miglior Attrice anche ai Critic's Choice Awards, e al Miglior Cast Giovanile, il regista voleva creare un film meraviglioso e visivamente stupefacente che riuscisse a commuovere e toccare il cuore del pubblico.
Nonostante il numero ridotto di scene con effetti speciali, che ricordano quelle della saga di Harry Potter e de Le Cronache di Narnia (prodotta dagli stessi Hal Lieberman, Lauren Levine e David Paterson), ha ottenuto un grande successo tra i giovani.
Interamente girato in Nuova Zelanda (Henderson Valley Studios di Auckland, Auckland City Art Gallery, Whoodhill Forest e Waitakere Ranges Regional Park), è la poetica storia di un'amicizia nata sui banchi di scuola, che salva due ragazzini dalla solitudine e li porta a vivere fantastiche avventure nel bosco vicino a casa, fino all'inaspettato incidente finale che dà ancor più senso e pregnanza al film.
Jess Aarons (Josh Hutcherson) è un ragazzino di dodici anni che ama correre e disegnare, passioni non incoraggiate dai genitori, troppo presi dalle difficoltà economiche, e dalle sorelle più grandi, Ellie (Emma Fenton) e Brenda (Devon Wood), superficiali e litigiose. Solo con May Belle (Bailee Madison), subito invidiata perché amata e coccolata dal padre, ha un legame, che si consoliderà nel tempo fino a diventare importantissimo, quando lei diventerà la nuova regina di Terabithia.



Jess è incompreso ed emarginato anche a scuola, dove è vittima di bullismo, tema purtroppo molto attuale. Introverso, ha poca fiducia in se stesso ed è capito solo da Miss Edmunds (Zooey Deschanel), la giovane professoressa di inglese di cui è innamorato, che lo sprona a ribellarsi alla cattiveria degli altri ragazzi.
La sua vita cambia il primo giorno di scuola, quando conosce Leslie Burke (Anna Sophia Robb), una ragazzina di un'altra città, con molta fantasia ed un cuore grande, bravissima nella corsa e sua nuova vicina di casa.

 

Dopo qualche resistenza da parte di Jess, nasce un legame sempre più profondo, che li fa evadere dalla realtà grazie al gioco e alla fantasia. Infatti, oltrepassato un piccolo torrente tramite una corda appesa ad un ramo, trasformano il bosco in un mondo incantato di cui diventano il re e la regina, Terabithia, popolato da antiche mistiche creature, i terabithiani, e creature malvagie (i bulli della loro scuola).  Lei è molto brava nel narrare avventure fantastiche, mentre lui sa disegnare con capacità e maestria le stesse storie. Loro compagno di giochi è PT, Prince Terrier, il cane donato da Jess a Leslie, che lo capisce più di ogni altra persona, e che immaginano essere la razza purosangue per fiutare e combattere i trolls.

                 
L'amicizia è vissuta dai due ragazzi, prima soli ed infelici, come un rapporto profondo tra loro e con la natura. La favola, però, viene bruscamente interrotta dal destino, che sconvolge la vita di Jess, costretto a diventare troppo presto adulto: Leslie affoga, perché si spezza la corda per oltrepassare il torrente mentre vi è aggrappata.

                                             

Jess si ostina a rifugiarsi nella fantasia e a negare la verità, dilaniato dal senso di colpa: avrebbe dovuto essere con lei per proteggerla, oppure avrebbe dovuto invitarla ad andare con lui e Miss Edmunds al museo.
Questo atroce cambiamento ha però degli effetti positivi: il padre di Jess (Robert Patrick) lo aiuta a superare il lutto, inizia a comprenderlo davvero e ad amarlo di più, donandogli la forza per proseguire il suo cammino, facendo tesoro di ciò che Leslie gli ha insegnato, in modo che continui  a vivere dentro il suo cuore. Anche la professoressa di lettere lo aiuta, raccontandogli il dolore da lei provato quando le morì il marito.
Jess decide di costruire, in memoria di Leslie, un ponte che collega le due rive del torrente, con incisa una frase detta dalla compagna - Niente ci scaccerà -  affinché il suo ricordo non vada perduto. 
Al tema della morte allude anche il fatto che il libro Un ponte per Terabithia è stato scritto dopo la morte di un'amica del figlio dell'autrice, per aiutare il piccolo a superare il dolore della separazione e del distacco.

 
Il significato del titolo, ispirato ad un'isola brevemente menzionata in due romanzi della saga di Narnia, anche se i contenuti sono molto diversi, di questa favola moderna e commovente si capisce solo alla fine del film: Terabithia rappresenta i sogni, la possibilità di realizzarli, in un certo senso la fede. Ma è anche un ponte reale, costruito con le assi di legno appartenute alla famiglia di Leslie, la cui morte salva così altre persone (è il tema del sacrificio).
Leslie e Jess sono molto diversi e complementari: lei è spensierata, rappresenta la luce, l'immaginazione, l'infanzia, la libertà, il piacere, la realtà come vorremmo che fosse. E' se stessa e si veste in modo eccentrico, da maschio.
Lui rappresenta l'età adulta, il dovere, la responsabilità, il buio, la tristezza, la realtà com'è. E' costretto ad interpretare un ruolo, a essere diverso, si sente inferiore, inadeguato (simbolo ne sono le scarpe ridipinte appartenute alla sorella maggiore).
Anche le loro famiglie sono diverse: quella di Leslie è più unita, allegra, solare, come la stanza ridipinta di giallo ballando, è legata all'arte, positiva, ma soccombe dopo la tragedia.
La famiglia di Jess, invece, è più chiusa, non dialoga, è attenta solo ai bisogni materiali e Jess non ne è il fulcro, ma dopo la disgrazia rinnova l'amore in modo più giusto e premuroso.
Anche nei confronti della religione Leslie si pone in modo più maturo e saggio rispetto alla famiglia di Jess: mentre quest'ultima è devota, ma ne vive l'aspetto più cupo, la punizione, il peccato, il dolore della crocifissione, tanto che la piccola May Bell ne è spaventata, Leslie è convinta che Dio sia buono, in quanto creatore di un mondo bellissimo. Intraprendente e dolce insieme, vive più a fondo, più intensamente, come se sapesse che l'aspetta una morte prematura.
La colonna sonora di questo film interessante ed educativo (le musiche sono di Aaron Zigman)  è formata da tredici tracce, tra cui Try, Shine e Jesse's bridge.
Altri film incentrati sulla scuola sono, invece, Cuore, La Scuola, Compagni di scuola, Il Piccolo Nicholas e i suoi genitori,  Notte prima degli esami, Immaturi.
Si può affermare che questa storia dalla costruzione perfetta e stratificata, che unisce profondi momenti di riflessione (il messaggio è continuare a sperare, trovando il coraggio di non arrendersi mai) ad altri divertentissimi (la ribellione degli alunni più piccoli guidati da Leslie, capo buono, per la pipì libera), sia un omaggio alle donne, spesso più forti nell'affrontare le difficoltà della vita, più capaci di andare oltre l'apparenza, di non smettere di sognare (la frase preferita di Leslie è, infatti, chiudi gli occhi e apri la mente).

martedì 21 giugno 2016

La quarta avventura di Agatha

La quarta avventura di Agatha Mistery, Larry, Mr. Kent e Watson è nientedimeno che .... un Intrigo a Hollywood.
Larry, infatti, dispiaciuto ed imbarazzato come al solito per l'ennesima richiesta di aiuto e per l'ultima figuraccia, interrompe i festeggiamenti per i dodici anni di servizio del maggiordomo, per annunciare trafelato che li aspetta una missione della massima urgenza a Los Angeles. Dove abita, per fortuna, lo zio Bud, ex stuntman oltre che agente segreto, amante delle auto d'epoca. Così i nostri amici, in quello strano sabato di giugno, abbandonano il fresco di Londra per il torrido caldo americano.
Larry è stanco per i duri allenamenti di Arti marziali ma viene convocato per un'altra missione. 
Così giunge il momento del volo, in compagnia della cuginetta, di Mr. Kent e di Watson. Arrivati a destinazione, lo zio Bud li accompagna negli uffici di un produttore cinematografico, dove conoscono il regista ed i protagonisti del suo ultimo film. L'insofferente produttore ha chiesto aiuto alla scuola di Larry perché, a un mese dall'inizio delle riprese del film, continuano a capitare incidenti, seppur piccoli, ed è necessario scoprire l'identità del misterioso sabotatore prima che qualcuno si faccia male. Così, esaminate le lettere minatorie, i nostri amici iniziano l'indagine, per poter incastrare il colpevole prima delle riprese in esterni sulle colline di Hollywood della notte successiva. I sospettati sono un famoso produttore cinematografico, uno sceneggiatore ed un'ex attrice. Dopo molte spiacevoli sorprese, i nostri detective sono ormai vicinissimi alla verità, pronti a fugare gli ultimi piccoli dubbi che ancora li turbano e meditano in silenzio sull'identità del vero colpevole. Dopodiché, raggiunto il set in notturna, fatta una risolutiva verifica, scoperto il sabotatore grazie alla sorprendente memoria di Agatha, dopo emozioni concitate per la lotta, la minaccia con ostaggio, la liberazione e la cattura del sabotatore, oltre ad altre sconvolgenti scoperte, i nostri amici vengono circondati dal grato e stupefatto cast.
E l'avventura si conclude con un grande successo, coronato dagli abbracci di zio Bud e festeggiato saziandosi con squisitezze e riposandosi. Lo sfortunato Larry, però, deve ancora svolgere un delicato compito, per rimediare alla mancata sorpresa per la festa di Mr. Kent!

mercoledì 4 maggio 2016

The monuments men: l'arte come vita

The monuments men (USA - Germania, 2014), scritto e diretto da George Clooney (Le idi di marzo) mi ha fatto scoprire un aspetto importante della nostra storia che non conoscevo: la missione di 350 esperti d'arte alleati che fra il 1944 ed il 1952, su mandato di Roosevelt, tentarono di salvaguardare il patrimonio artistico europeo dalla devastazione dei nazisti in fuga, dopo lo sbarco in Normandia. 

                                    
               

Questo composito e speciale gruppo di soldati, formato da architetti, scultori e mercanti, guidati dallo storico dell'arte Frank Stokes (Leslie Stunt, conservatore al Fogg Museum di Harvard) ha una missione difficile, quasi disperata, in quanto spesso ostacolata anche da generali che, non capendone il senso, li considerano pazzi e continuano a perseguire le priorità militari.


                  

Tratto dal romanzo di Robert M. Edsel (1956), il film è recitato da uno straordinario cast di attori di talento (Matt Damon, Bill Murray, John Goodman, Jean Dujardin) ed il suo argomento drammatico è spesso smorzato con toni da commedia leggera, grazie ai suoi protagonisti un po' goffi e fuori posto, uomini non più giovani che non sanno usare le armi perché sono stati riformati, eroi imperfetti ma generosi che rischiano la vita per salvare opere d'arte preziose, a cui sono anche affezionati (la Madonna col Bambino di Michelangelo, il Polittico di Gand), e mantenerle integre nella loro bellezza e maestosità per le future generazioni.


Un film fatto più di silenzi e pensieri che di parole, più di sguardi che d'azione, che ci lascia rispettosamente commossi e stupefatti davanti alle case vuote degli ebrei di Parigi, a depositi pieni delle loro cose, della loro vita, come dice la donna tacciata di collaborazionismo che sarà fondamentale per la riuscita della missione, davanti alle miniere in cui i nazisti hanno nascosto migliaia di capolavori rubati, insieme all'oro ricavato dai denti degli ebrei, in attesa di mostrarli nel Museo del Fuhrer o di bruciarli, in caso di sconfitta.

                                      


Un film ricco di citazioni, del cinema contemporaneo e di quello classico, una pellicola storica, di guerra non convenzionale, educativa, divertente e struggente insieme, perché la morte non è solo lo sterminio delle generazioni, ma anche quello del loro passato, della loro identità e cultura, ciò che ci distingue e ci rende unici, salvandoci dall'omologazione di massa e dalla stereotipizzazione.
Un film ricco di umanità, presentato al Festival di Berlino, che, dolente, non dimentica nemmeno la distruzione dell'Abbazia di Montecassino per mano degli alleati, quella dei Buddha per volontà dei talebani e la razzia del Museo Archeologico di Baghdad, dimostrando che, purtroppo, gli errori della storia si ripetono.
La pellicola, bellissima e raffinata, che ha ottenuto il meritato successo, non tralascia l'introspezione, in quanto la ricerca dei personaggi diventa anche ricerca delle proprie radici, della propria infanzia, salvando dal dolore, seppur a volte diventa sacrificio, forse giusto, forse no, sta ad ognuno di noi deciderlo.