mercoledì 3 febbraio 2016

Il piccolo lord

Ho visto e rivisto Il piccolo lord (Little lord Fauntleroy) (Regno Unito, 1980) di Jack Gold (Il mercante di Venezia, La battaglia delle aquile) fin da piccola, insieme a mia madre, che ne custodiva un caro ricordo e sempre, come lei, l'ho amato, perché quello di Cedric (Rick Schrader), detto Ceddie, è un personaggio straordinario, ben costruito e psicologicamente approfondito, che ti entra nel cuore sin dalle prime scene, per non uscirne più. E' un ragazzo educato e sereno, nonostante senta la mancanza del padre, il capitano Errol, scomparso prematuramente, grazie all'amore della madre (Connie Booth) e della loro amica - governante Mary (Carmel McSharry), che lo fece anche nascere. Pieno di energia e vitalità, il ragazzo trascorre gran parte del suo tempo libero con i suoi migliori e più fedeli amici, il maturo signor Hobbs (Colin Blakely), droghiere innamorato di Mary, ed il più giovane e mingherlino Dick Tipton (Ralf Saxon), lustrascarpe, con cui discute di politica ed altri temi seri, da grandi.


Una voce sconosciuta inizia presto a raccontarci del suo lungo viaggio dal Vecchio al Nuovo Continente, alla ricerca di una persona che spera di portare con sé. Notiamo il suo stupore davanti ad una vita e a comportamenti così diversi da quelli a cui è abituato, da cui trapelano i pregiudizi del mandante di questa missione.
Quando il personaggio misterioso suona alla porta di casa di Cedric, finalmente si presenta, sconvolgendo la sua vita, con l'inaspettata scoperta e l'indecente proposta del suo capo. Havisham (Eric Porter) è il più fidato collaboratore di sir John Arthur Molineaux Errol (Alec Guiness), conte di Fauntleroy, nonno paterno del ragazzo, che desidera impartirgli un'adeguata preparazione in vista del suo futuro ruolo di lord, in quanto suo ultimo ed unico erede. Mrs. Errol, che non potrà abitare con loro nella tenuta di Dorincourt, ma in un cottage vicino, insieme a Mary, soffre, ma per il bene del figlio, e ricordando l'amore che il marito aveva per la campagna londinese e per il padre, oltre al dolore causato dalla forzata lontananza per la disapprovazione per il suo matrimonio con un'americana, non può che accettare. Nascondendo l'odio dell'uomo verso di lei, tenta di spiegare al saggio figlio quel radicale ed improvviso cambiamento, ma egli non lo comprende a fondo.
Durante il nostalgico e commosso addio, Ceddie dona ai suoi amici ciò a cui tenevano di più, rivelando il suo cuore generoso e la sua spontaneità e ricevendo da Dick il suo portafortuna, da indossare in presenza dei pezzi grossi. Che fosse speciale, si era già capito.
                                                                                                                                                                         
 
                                       

Pur non approvando, infatti, di essere affidato alle cure di altri invece che a quelle affettuose della madre, accetta di buon grado ogni proposta e desiderio del nonno, un vecchio burbero e solo, dopo la scomparsa prematura di tutti i suoi figli, scialacquatori e donnaioli, portatori di delusioni i maggiori, caro e amato da tutti il minore, il padre del piccolo, cui assomiglia incredibilmente, sia nella bellezza che nel buon carattere. L' immensa dimora (Belvoir Castle) del ricco nobile è fredda e spenta, la servitù gli obbedisce e lo rispetta, ma lo disapprova ed anche il suo cane, dopo l'arrivo del nipote, lo abbandona. Cedric forse è l'unico ad intravedere, dietro l'aspetto severo dell'uomo, la sofferenza. Trascorrendo del tempo con lui, curando i suoi malesseri e rispondendo ai suoi insegnamenti con altri insegnamenti, fa trapelare gioia e sorrisi sul suo volto e atteggiamenti meno duri verso i suoi fittavoli, che sempre ha considerato inferiori e meno degni di attenzione ai loro bisogni. Tutti notano questi lenti ma profondi e sinceri cambiamenti e sono felici e grati per l'arrivo di quel ragazzo, speranza e riscatto per tutti loro.
Anche la signora Errol fa del bene: oltre a lavorare come sarta per il negozio in paese, non avendo accettato la rendita disposta per lei dal suocero, nonostante la stanchezza si reca nel luogo più malfamato della tenuta, il vicolo del conte, appunto, cioè il quartiere dove abitano i contadini,  dove regnano sporcizia, povertà e miseria, a curare i malati e aiutare gli anziani, da cui è considerata un angelo di misericordia ricco di umanità. Anche lei è forte ed infaticabile, come il figlio, e in ciò ritrova il senso della vita.
Anche il conte, passandoci per caso durante una cavalcata con l'ormai adorato nipote, si accorge con meravigliato stupore e dolore, vergognandosene, segno della non cattiveria del suo cuore, della disperazione, del fetore, della fame e della sporcizia che vi regnano, dovuti all'indifferenza che ha provato per vent'anni per l'esistenza dei mezzadri. Con la bonifica della zona il vecchio tiranno si guadagna la sincera gratitudine ed un più profondo rispetto da parte dei contadini, nel cui cuore rinasce la speranza. Con i lavori, come le case e le strade anche la sua anima viene ridisegnata, perché non si può non rimanere colpiti da Cedric, dalla sua volontà di migliorare il mondo. Terminata la bonifica, davanti alla faccia da fine del mondo della signora Dawson (Antonia Pemberthon), l'anziana governante, il lord esprime il suo desiderio di organizzare un ricevimento, a cui sono invitati anche la sorella Constantia (Rachel Kempson), ossia la signora Lorradaile, ed il marito, Sir Henry, con i quali non parlava più da tempo, a causa di una sciocca lite ora dimenticata. Così ritrova vecchi affetti mai sopiti, grazie all'amore e alla dedizione non solo di un nipote, ma anche di un amico sincero che desidera il meglio per te, e in te vede qualità che altri non riescono a trovare.
Con coraggio ed un pizzico di spudoratezza, dopo le presentazioni ufficiali agli importanti ospiti, il bravo ed incantevole ragazzo riesce a dar nuova vita a quella casa vecchia e avita, e ai suoi abitanti, stanchi del suo triste isolamento, portando allegria con una famosa canzoncina americana, che l'orchestra, scioccata, deve improvvisare, al posto della solita musica straziante. Un altro simbolo della fresca ventata di rinnovamento portata ed impersonata dal piccolo grande Ceddie, che sa rendere possibile l'impossibile.
Come nella vita, però, può accadere che i momenti belli finiscano e che inaspettate brutte notizie arrivino a rovinare e a distruggere la felicità ritrovata. In questo caso il male è impersonato da una donna, vestita in modo succinto e dal comportamento volgare, che si presenta come la moglie del secondogenito del conte, Bevis, da cui dice di avere avuto un figlio, otto anni prima, quindi il legittimo erede. E' grazie a quest'incontro che l'uomo comprende finalmente i meriti e le notevoli qualità della madre di Cedric, finora disprezzata, così decide di andare a trovarla di persona, per spiegargli quel che di disdicevole è accaduto e ringraziarla per aver cresciuto nel modo giusto il figlio, erede degno di tanto titolo, che avrebbe occupato il suo posto meglio di lui, dandogli lustro. E questa volta non le parlerà in terza persona, tramite il cocchiere, ma in modo adulto e responsabile, cercando di dimenticare gli imbarazzi ed i sentimenti del passato, perché, con la sua dolcezza, i suoi valori, la sua tenacia  è la più cara madre che un ragazzo possa desiderare.
Come in tutte le favole, quando tutto sembra ormai perduto, arrivano i nostri a salvarci dal disastro finale, cioè gli amici, giunti da molto lontano per difendere il futuro di una persona cara e di tutti quelli che da lui dipenderanno. Grazie ad un benevolo destino, infatti, l'allampanato Dick nella foto sul giornale riconosce in quella donna (Kate Harper) la moglie del fratello Benn (Edward Wylie), ex ballerina e pescivendola, che lo abbandonò improvvisamente, portandosi via il loro unico figlio, di otto anni. Trovato un degno avvocato, che riconosce nullo il matrimonio di quest'arrogante con il figlio del conte, in quanto già sposata, e contattato il felicissimo nobile, con un colpo di scena finale, arriva al castello con il fratello ed il signor Hobbs, dove, disgustati, smascherano la truffa della sorpresa ed indignatissima Minna. E, come gradito ringraziamento, con infinita gioia di Ceddie, che era all'oscuro di tutto, a Dorincourt trascorreranno tutte le vacanze natalizie, non più trattati con sufficienza per le loro umili origini e condizioni. Perché l'abito non fa l'uomo, come dice il signor Hobbs, mentore del piccolo lord. E questo vale anche per la sua amata mamma, finalmente accettata nella nobile dimora, nascosta dietro l'albero la mattina di Natale, come il più prezioso dei doni.

 

E' arrivata l'ora del perdono, della pace, il nuovo regno, sancito da un sontuoso banchetto nella sala grande, e non più nelle stanze della servitù, a cui è invitato tutto il villaggio, per volontà, inutile dirlo, di Cedric, il miracolo in cui da tempo non si credeva né sperava più, da festeggiare degnamente.
Ciò è simboleggiato dalle stretta delle tre mani, dettaglio importantissimo, dopo il discorso di benvenuto.
Il film si basa sui confronti: quello tra due mondi di tradizioni e cultura totalmente diversi, entrambi degni di essere conosciuti e rispettati; di questi mondi, vecchio e nuovo, sono metafora l'anziano lord ed il giovane americano, quindi il confronto si sposta su due differenti tipologie di uomini, convenzionale e rigido il primo, più vivace e movimentato, e quindi maggiormente felice ed apprezzato, il secondo. Uno non esclude l'altro, però, come nel caso precedente, è questo il grande e precoce insegnamento del film. Infine un confronto tra due donne, entrambe madri: la prima non esita a far pesanti rinunce e sacrifici perché il figlio possa avere il meglio e da chi la apprezza non accetta riverenze, ma solo benedizioni e l'unico titolo che riconosce, quello di signora Errol, mentre la seconda, indegna e senza scrupoli, usa addirittura il figlio per i suoi biechi scopi. E' evidente quale dei due modelli è quello vincente, da emulare nella vita di tutti i giorni.

    

Infine, un'altra piccola riflessione.
In fondo, questo film, ispirato all'omonimo romanzo per ragazzi di Frances Hodgson Burnett (Il giardino segreto, La piccola principessa) è natalizio, non solo per la scena finale e per i valori che trasmette, ma anche nel senso più religioso del termine. Con il suo arrivo (la Nascita), infatti, il suo carattere ed il suo atteggiamento il piccolo Ceddie (il Bambino), migliora il nonno (gli uomini) ed i suoi comportamenti verso gli altri, facendogli perdonare i suoi sbagli (i peccati) dai suoi fittavoli e ridonando al suo cuore quella speranza e quell'amore che aveva perso. Con l'adorato nipotino (Lui) e grazie a lui non è più solo. Un altro arricchimento a questa pellicola prodotta da Norman Rosemont (Niente di nuovo sul fronte occidentale, Il conte di Montecristo) e scritta da Blanche Hanalis (Guai con gli angeli, Camille), accompagnata dalle musiche di Allyn Ferguson (Charlie's Angels, Starsky e Hutch).
Anche il montaggio (Keith Palmer) e la coreografia (Olga Lehmann)  di questo film per famiglie, vincitore, nel 1981, dell'Emmy per la Miglior Fotografia (Arthur Ibbetson) sono buoni e lo rendono unico ed indimenticabile, come il suo protagonista.