Che fosse buono, generoso e leale, anche. Come che vivesse al Polo, che avesse un laboratorio di costruzione per produrre, con i suoi amici elfi, ogni anno tutti i regali desiderati dai bambini del mondo, da trasportare sulla slitta volante trainata da morbide e cornute renne. Che avesse una moglie più giovane che tenta con scarsi risultati di tenerlo a dieta, con la quale affronta i normali problemi matrimoniali di ogni altra coppia del mondo, no.
Che avesse dei genitori ancora piuttosto giovani, più precisamente un padre timido ed una madre più intraprendente, con cui trascorre sempre le vacanze, nemmeno. Né che avesse come guardie del corpo dei piccoli ninja scatenati, pronti a difenderlo con la vita.
Soprattutto non sapevamo che avesse un fratello, Fred (Vince Vaughn) che vive lontanissimo. Totalmente diverso da lui: più magro, più bello, più giovane, più agile. Ma anche più egoista, immaturo, solitario, scapestrato e truffaldino, eccezion fatta per l'affettuosa amicizia col piccolo Slam.
Così superficiale da arrivare a fingersi un rappresentante dell'Esercito della Salvezza per racimolare i soldi che gli mancano per comprare il locale che sogna di adibire a sala da gioco. E farsi mettere prima in fuga, e poi in prigione. Perché possa finalmente mettersi in moto la vera storia.
Quella educativa e un po' sdolcinata che noi spettatori ci aspettiamo e che subito arriva. Dopo il rifiuto di aiutarlo da parte della bella fidanzata Miranda, ormai arcistufa e stanca dei suoi comportamenti, non gli resta, infatti, che chiamare il buon vecchio fratellone che, nonostante le occhiatacce ed i rimproveri della moglie Annette (Miranda Richardson), ormai anch'essa allergica al cognato e alle sue richieste, gli manda i 5.000 € previsti dalla cauzione.
E qui vengono gettate le basi per una futura (e insperata) conversione: se il furbacchione spera di ottenere senza batter ciglio anche gli altri 50.000 € che gli servono per l'acquisto del locale ... beh, si sbaglia di grosso. Perché, come tutti, dovrà guadagnarseli. Lavorando. A differenza degli altri, però, dovrà farlo nientepopodimeno che .... al Polo! Più precisamente nella magnifica, straordinaria, affollata, luminosa e colorata fabbrica dei sogni, ovvero il laboratorio segreto di Babbo Natale!!!!
Sarà proprio qui che, come Nicolas Claus, insieme a tutti noi sperava, qualcosa in lui inizia magicamente a cambiare, in quelle enormi stanze in cui il dj mette sempre il solito mieloso disco e in cui gli aiutanti del Grande Rosso fanno sempre gli stessi gesti e dicono sempre le stesse cose, come in un rivisitato Tempi Moderni natalizio.
Sarà proprio qui che, come Nicolas Claus, insieme a tutti noi sperava, qualcosa in lui inizia magicamente a cambiare, in quelle enormi stanze in cui il dj mette sempre il solito mieloso disco e in cui gli aiutanti del Grande Rosso fanno sempre gli stessi gesti e dicono sempre le stesse cose, come in un rivisitato Tempi Moderni natalizio.
Dove Willie (John Michael Higgins), il capo degli elfi, che ospita Fred nella sua piccola casetta da elfo, in minuscoli lettini da elfo, ama da sempre, non ricambiato, la bellissima assistente e contabile, Charline (Elisabeth Banks), umana, altissima e biondissima.
Fred col tempo inizia a conoscerlo meglio, fino a diventare suo amico e consigliere, tirando fuori, tra una carezza e un pugno (metaforici, si intende!), il bene ed il meglio che ci sono in lui, il coraggio, la sicurezza, la fiducia in se stesso, aiutandolo a superare le sue paure, in modo che la donna dei suoi sogni, che non ricorda mai il suo nome, lo veda finalmente per quello che è davvero, imparando ad amarlo.
Tra le infinite pile di fascicoli sui bambini del mondo, di cui un timbro, buono o cattivo, decide la sorte, lista 1 o lista 2, il nostro amico Fred comincia a ribellarsi, a maturare, ad accorgersi degli altri.
Convincendosi che non ci sono bambini cattivi, ma solo bambini spaventati, sfortunati o che non si sentono ascoltati.
Questa presa di coscienza tira fuori tutta la sua rabbia repressa, l'invisibile gelosia e distanza che lo ha sempre separato da Nicolas, all'ombra del quale è cresciuto, privo di un suo spazio vitale, proprio come un albero che, debole, si piega, nascosto dalla grandezza di quello vicino, e poi viene tagliato, ma anche della madre.
Convincendosi che non ci sono bambini cattivi, ma solo bambini spaventati, sfortunati o che non si sentono ascoltati.
Questa presa di coscienza tira fuori tutta la sua rabbia repressa, l'invisibile gelosia e distanza che lo ha sempre separato da Nicolas, all'ombra del quale è cresciuto, privo di un suo spazio vitale, proprio come un albero che, debole, si piega, nascosto dalla grandezza di quello vicino, e poi viene tagliato, ma anche della madre.
Accettata questa verità, cerca di risolvere il conflitto, nel miglior modo che può: aiutando i suoi cari, coloro che, nonostante tutto, lo amano e non sanno di avergli procurato tanta sofferenza e disagio. Solo lui, infatti, un Claus, può sostituire il fratello infortunato nella sua sacra missione, salvando il Natale e con esso la felicità dei bimbi del mondo, perché per i piccoli è importante ricevere un regalo, anche se non proprio quello che desiderano, come sapere che c'è qualcuno là fuori che pensa a loro.
Indossato il costume rosso diventa un altro uomo, una sorta di supereroe, come l'ispettore Clive, ex Clive Quattr'occhi, con il suo mantello di Superman prima negato e poi consegnatogli da Babbo Natale con vari decenni di ritardo, capace di fare quello che gli altri non si aspettano assolutamente da lui.
E anche di più.
Indossato il costume rosso diventa un altro uomo, una sorta di supereroe, come l'ispettore Clive, ex Clive Quattr'occhi, con il suo mantello di Superman prima negato e poi consegnatogli da Babbo Natale con vari decenni di ritardo, capace di fare quello che gli altri non si aspettano assolutamente da lui.
E anche di più.
Così si arriva, in una folle corsa contro il tempo, dopo un lungo e tortuoso percorso tra il buio e la luce attraverso i simboli più conosciuti dei Paesi del mondo, tra migliaia di biscotti ingurgitati alla velocità della luce e una folle guida da professionista che fa un bel po' di infrazioni, al lieto fine. E vissero tutti felici e contenti, in una nuova armonia e modo di vita. E anche la storia principale, quella del bambino Fred, si conclude nel migliore dei modi: un inaspettato regalo, finalmente: la conquista di un nido e del senso della vita.
La trama sarà pur già vista e rivista, come anche i contenuti, ma il film, Fred Claus - Un fratello sotto l'albero (2007) di David Dobkin, basato sulla storia inventata da Jessie Nelson e Dan Fogelman, prodotto dalla Warner Bros - Silver Pictures, è riuscito. Perchè è divertente, oltre che scorrevole, e ha l'unico vero ingrediente che gli si chiede. Lo spirito del Natale, la magia del desiderio, l'ansia dell'attesa, dell'aspettativa, della speranza, della sorpresa quando questa si avvera.