sabato 25 febbraio 2017

Agatha MIstery: La spada del re di Scozia

E' un freddo venerdì sera a Bowden: il fuoco crepita nel camino del salotto, diffondendo un piacevole profumo di legno di castagno e facendo balenare luci ondeggianti sui mobili. Godfrey Mistery e la nipotina Agatha, terminata la cena, parlottano, raccontandosi storie di avventure in paesi lontani, mentre Larry ronfa, russando come una pentola a pressione, raggomitolato sotto un plaid che lo copre fino al collo, ignaro che vi sia annidato sotto anche Watson, da cui è terrorizzato, che si lecca la zampa facendo sonore fusa. Così, prima che si ingaggi una feroce lotta da cui il londinese nottambulo uscirebbe irrimediabilmente  sconfitto, viene sollevato con delicatezza da Mr. Kent, che lo porta in camera da letto tra le risa a crepapelle dei parenti.
L'indomani Larry, dopo essere emerso come un palombaro da cinque strati di coperte, nel silenzio irreale delle sette di mattina, sfreccia in bicicletta per le stradine serpeggianti della verde campagna scozzese, superando file di case in stile georgiano dai colori vivaci per sbrigare velocemente  una spinosa faccenda, una seccatura riguardante un'amica d'infanzia, Aileen Ferguson. Raggiunta la periferia di Edimburgo, entra spavaldo nel pub deserto in cui gli ha dato appuntamento, tempestandolo di e-mail piene di cuoricini, per fare colazione insieme. Subito, però, la sua sicurezza svanisce: la piccola Dorothy de Il mago di Oz, col grembiulino azzurro, le scarpette rosse e i codini sbarazzini si è trasformata in una ragazza slanciata, dal passo deciso, con capelli corti castano chiaro, occhi verdi, viso angelico, vestitino blu alla moda, sorriso perfetto, insomma, carina da morire. Mentre lui è vestito come uno scozzese d'altri tempi, pratico e senza troppi fronzoli, al massimo del cattivo gusto: pesante maglione di lana delle Shetland, rigidissimi pantaloni di fustagno e un paio di stivali di gomma verde, gel per scolpire il ciuffo a regola d'arte, secondo la moda. In preda all'imbarazzo, arrossisce a vista d'occhio, consapevole di non aver nessuna possibilità di fare colpo su quella ragazza da capogiro, più interessata al suo haggis vegetariano che al dispositivo hi-tech per investigatori. Fallimento totale della missione, in cui niente è filato liscio. Lo salva proprio il trillo acuto di quel telefonino di nuova generazione, richiamandolo al dovere. Larry lo arpiona fulmineo e con un gran sospiro, borbottando qualcosa riguardo ad una missione urgentissima, con un'ultima occhiata di rimpianto sgattaiola fuori dal pub come un ladruncolo, mentre Aileen si consola del fatto di essersi invaghita di un tipo bislacco con macedonia e panna, sotto lo sguardo del taciturno barista col cappello da gourmet che continua a tagliare la frutta con lo strofinaccio appoggiato alla spalla.
Nel frattempo Agatha, dopo una gustosa colazione (una caraffa di the caldo con fragranti pancake al mirtillo), tallonata a breve distanza da Watson, raggiunge il nonno e Mister Kent nell'ampio prato dietro la villa, circondato da un boschetto battuto dal vento. Qui osserva strabiliata i lavori di preparazione per la gita nelle Highlands, il Mistery Balloon, un telone di nylon di dimensioni colossali diviso in tanti spicchi gialli con la scritta rossa a caratteri cubitali, che si gonfia di aria calda come una torta che lievita nel forno, mentre sul pendio di fronte Larry sbatte goffamente contro un grosso larice, lanciando un grido di dolore e, con la bicicletta scassata ed il gomito ammaccato, corre affannosamente ad annunciare agli altri l'imprevisto cambio di programma. Così il gruppetto si mette concitatamente in viaggio, nel cielo terso, con il vento favorevole, sorvolando il fiordo di Edimburgo, verso il castello di Dunnotar, a pochi chilometri da Aberdeen, sulla costa nord orientale, da cui è appena scomparsa, in occasione della sua esposizione al pubblico, la celebre spada claymore del leggendario re Robert Bruce, che nel Medioevo ha liberato la Scozia dal giogo degli inglesi. Dopo aver superato la salita, la fase più emozionante, in cui tutti sono rimasti zitti ad osservare il paesaggio della sconfinata brughiera, delle coste del Mare del Nord, con le rocce sferzate da onde schiumose e bianche spiagge dove riposano colonie di foche, farsi più piccolo, il nonno, con un sorriso arguto e fiero che gli sbuca dalla barba, in quanto lassù sulle nuvole conosce mille scorciatoie, e Mr. Kent, che occupa metà dello spazio, ascoltano con vivo interesse e curiosità il rapido riassunto degli eventi. Gustati ottimi tramezzini al formaggio e atterrati con manovre morbide e precise, vengono accolti dai membri del comitato organizzatore: Mr. Mckenzie, un ometto calvo che sventola il cappello in un inchino, l'impettito Mr. Brown, l'antiquario ideatore della mostra, un trentenne affascinante con l'aria da dandy, e i due principali investitori, il danaroso conte Duncan ed il ricchissimo e corpulento magnate del petrolio McClure. Pronti per la missione, vengono condotti nella sala delle armi, ancora intrisa di odore di vernice fresca dopo il recente restauro, dove, nonostante le prelibatezze del rinfresco, le alte sfere della società siedono infelici, spossate dall'attesa. Anche gli organizzatori sono nervosi, e bisticciano, accalorati, incolpandosi a vicenda, finché Mr. Kent scrocchia le dita e con sguardo arcigno emette un grugnito intimidatorio, impressionandoli con la sua stazza.
La situazione sembra semplice, in quanto tutti gli ospiti ed i membri del comitato sono stati trovati riversi a terra. Tutti tranne uno: la giovane segretaria del professor Brown, rimasta all'esterno del castello tra le 8.15 e le 8.30 per cercare nella sua auto la borsetta contenente i permessi in carta bollata del Museo di Edimburgo. Ma la verità è davvero uguale all'apparenza? Come è possibile che tutti si siano addormentati e risvegliati d'improvviso nello stesso momento ed abbiano avuto assurde allucinazioni, diverse tra loro? Perché la signorina Stone, al suo rientro, ha trovato le finestre, prima chiuse, spalancate? L'unica testimone del grave fatto, innocente o colpevole, resta proprio la bella ventenne con il tailleur spiegazzato e un trucco che la fa sembrare più matura. Il mistero è intricato, presenta notevoli stranezze e i tempi sono strettissimi (se Larry non troverà il colpevole e lo spadone con l'elsa a forma di croce e una lama corta e maneggevole entro il tramonto - e l'arrivo della polizia e dei giornalisti!- sarà irrimediabilmente bocciato!). Watson, naturalmente, sembra metterci del suo per complicarla ulteriormente, sparendo  tra le varie stanze stipate di mobili.
A tenere a bada gli ospiti, giustamente irritati e confusi per l'imprevisto capitato, ci pensa Mr. Kent,
dalla forte mascella e le braccia nerborute, ritto come una guardia di Buckingham Palace a sorvegliare la porta, piantonando la sala. Anche Godfrey Mistery, nella sua giacca di tweed, prende molto sul serio il ruolo affidatogli nella recita, e si mette a lavorare con entusiasmo. Arrotolatosi le maniche della camicia, si chiude in una stanza ed inizia a interrogare ad uno ad uno i presenti, a cui è stato proibito di uscire fino a nuovo ordine, e trascrive diligentemente su un quaderno con la sua calligrafia ordinata, minuta, e piena di svolazzi le deposizioni, che lo rendono dubbioso per la loro stranezza, ma mantiene la sua signorile compostezza. Intanto Agatha e Larry si aggirano indisturbati nella zona intorno al castello, in cerca di indizi interessanti. Lo spettacolo dell'imponente fortezza, composta da vari edifici, un torrione di pietra massiccia  troncato all'altezza del secondo piano e bucherellato dai colpi delle macchine d'assedio, una residenza signorile, una chiesetta diroccata ed altre rovine, su uno sperone roccioso a picco sul mare, è mozzafiato. Circondato da alte mura e dolci collinette, con una sola via d'accesso, quel promontorio solitario sembra davvero inespugnabile. Sullo spiazzo erboso intorno al pozzo, dove Watson scorrazza indisturbato, i due ragazzi si imbattono in molti falsi indizi e finte piste, disseminate per depistare le indagini, creando scompiglio sulla scena del crimine, finché, con i vestiti impolverati, tra folate di aria fredda, piccozze su cui inciampano, buchi ed urla di sorpresa, inseguendo quel gattaccio scatenato, armati di una torcia elettrica, scoprono una cavità, ingresso di un passaggio segreto sotto il pavimento, che conduce, con un piccolo salto, ad una spiaggia in fondo alla scogliera, dove il micetto pestifero giocherella con un granchio.
Grazie a quest'imprevisto, alcune interessanti ipotesi fanno capolino nella loro mente -le persone motivate ad impossessarsi della tradizionale arma dei clan scozzesi, le debolezze di un piano che sembrava perfetto, i possibili acquirenti segreti- finché finalmente, ricostruita la scena del furto più pazzesco che ricordassero, tutto viene finalmente chiarito e viene scoperto il vero pifferaio di Hamelin, capace di incantare gli astanti con la sua magica musica. Gli ospiti, curiosi, arrabbiati, spaventati, seduti ai tavolini, come spettatori di un teatro, assistono, insieme ai membri del comitato, alla proiezione di fotografie sullo schermo alle spalle dei cugini Mistery, mentre Godfrey, affabile anfitrione, dà inizio allo spettacolo. Agatha, nonostante si senta intimidita dagli sguardi scrutatori e dalle domande di ogni tipo, con fare brillante e un tono da detective consumata ricostruisce l'indagine passo per passo. Con naturale sicurezza rivela il colpevole, che tenta inutilmente la fuga, lanciando un rabbioso urlo. Il sipario, tra lamentele, veementi proteste, sospiri liberatori, parole gentili e profusione di scuse, viene definitivamente calato. Il fotografo è disperato per la rottura della sua macchina digitale, custode di scatti compromettenti, il nonno,  un po' affaticato, con le gambe indolenzite, ma soddisfatto per il lavoro svolto dagli intrepidi nipotini, spericolati come i padri, sempre pronti all'avventura, si slaccia con calma il farfallino dal collo.
Il mattino dopo, finalmente, la pace. Ricevuti i lieti ringraziamenti per la risoluzione, in fondo semplice, del mistero, i nostri amici si mettono in viaggio verso le isole Orcadi, un grande arcipelago a nord della Scozia, in allegria, tra chiacchiere e paesaggi incantevoli. Atterrati, nel tardo pomeriggio, a Stenness, assistono, insieme a molti curiosi, al recupero della spada e allo sfavillante messaggio della scuola, che si congratula con Larry per aver superato l'impresa a pieni voti, motivo per cui gli viene concessa una settimana extra di vacanza ... salvo missioni inattese!!!
Finalmente sollevato, anche il ragazzo, con occhi colmi di gioia, può passeggiare lungo la silenziosa spiaggia, seguito da un saltellante Watson, in quel complesso circolare simile a quello di Stonehenge.