giovedì 24 ottobre 2024

L'ultimo conclave

A chi ama i thriller consiglio vivamente la lettura de L'ultimo conclave (The vacant throne) di Glenn Cooper (La biblioteca dei morti, Dannati, Il calice della vita), pubblicato nel 2024, un romanzo intenso ed appassionante che parla di storia, di amore, di archeologia e, soprattutto, di religione. 
Lungo, ma mai pesante, riesce a mantenere sempre un buon ritmo, tra alta tensione e piccole pause ben equilibrate nel loro alternarsi. I capitoli, non troppo brevi, iniziano e terminano accendendo la curiosità del lettore, mantenendone viva l'attenzione, spesso grazie ad inaspettati colpi di scena e ribaltamenti della situazione. 
Anche l'incipit del testo, che descrive in modo piacevole le origini del papa, il suo carattere, le sue abitudini, l'ambiente in cui vive, il rapporto con i suoi sottoposti, collaboratori e fedeli, è molto bello ed interessante, ben scritto, come il resto del libro, e scorrevole. L'apertura è abbastanza breve, ma intensa, ricchissima di informazioni ben date, ordinate, non confuse, non inutili né superflue.  
Lo stile è ricco, fluido, sapiente, nutrito di citazioni ed exursus pregnanti e mai noiosi o fini a se stessi. Il lessico è realistico, a volte sporco, ed adatto ai vari personaggi e alle diverse situazioni, gli ambienti, sia interni che esterni, sia attuali che del passato, son ben decritti e le azioni ed i dialoghi sapientemente bilanciati, come i punti i vista, quello interno dei cardinali riuniti per il conclave e quello esterno di tutti gli altri protagonisti e personaggi della storia.
Il ritmo, dopo i primissimi capitoli, diventa subito più rapido e incalzante, a tratti, ad esempio nella narrazione delle scene cruciali, addirittura spasmodico, non appena lo stato del Vaticano entra nel periodo di interregno, in cui è necessario compiere scelte difficili in tempi brevissimi per risolvere la grave crisi, decisamente senza precedenti, creatasi a causa di quell'evento straordinario. 
La psicologia dei personaggi, anche di quelli minori, è molto ben delineata e l'autore, a volte con una sola breve frase, riesce a delinearne il carattere, il contesto in cui vivono e si muovono mano a mano che entrano in scena. La bravura dello scrittore sta anche nell'aver saputo creare una trama originale, forte e coerente, e mantenere il realismo dopo un avvio decisamente più incredibile e fantasioso.
L'interessante storia, infatti, comincia con l'inusuale apertura delle porte del conclave, indetto dopo l'improvvisa morte di papa Giovanni XXIV a soli due anni dalla sua elezione, autorizzata dalla segretaria di stato del Vaticano, suor Elisabetta Celestino, a causa del grande e sospetto ritardo dell'arrivo della fumata, bianca o nera, dopo la fine della prima votazione da parte dei 116 cardinali elettori. 
Da quel grave gesto che viola la santità del conclave e dalla conseguente sconcertante scoperta nasce un moltiplicarsi di sentimenti, pensieri, paure e domande a cui in nessun modo qualcuno riesce a dare risposta. La stanza, infatti, è risultata essere incredibilmente vuota: dove si trovano i cardinali e il dottor Bellisario che era con loro? Come è potuta avvenire una tale sparizione sotto gli occhi di tutti? Chi ha escogitato quel diabolico piano e per quale ragione? Cosa dire ai milioni di fedeli radunati in piazza da ore per aspettare il risultato della votazione?
La decisione, con grande stizza di molti religiosi, spetta a suor Elisabetta, l'autorità al momento più alta in Vaticano, prima donna presidente della pontificia commissione di archeologia sacra, prima donna segretaria particolare di papa Celestino VI e segretaria di stato durante il pontificato di Giovanni XXIV, che, affidandosi al buon senso, sceglie la strada della verità e della trasparenza. Da quel momento continuerà a ricevere senza sosta telefonate da tutto il mondo e dovrà anche risolvere una delicatissima brutta faccenda accaduta all'estero restando blindata nelle stanze vaticane, potendo contare sull'aiuto di pochissime persone, in primis suo fratello Emilio, ispettore della gendarmeria vaticana, ed il suo amico Cal Donovan, professore di teologia ad Harvard e al momento corrispondente per la CNN di Atlanta insieme alla sua collega Gloria Hernando, da tempo innamorata di lui.  
Emilio e Cal, aiutati dalle forze dell'ordine di Roma e dalle varie agenzie e servizi segreti internazionali, dovranno capire chi sono gli ignoti rapitori, terroristi fanatici, estremisti, pazzi o mercenari, il loro numero ed il loro piano. Tra imboscate, complicazioni, aggiornamenti e novità con grande coraggio ed inizialmente apparentemente senza speranze, seguendo gli indizi e le piste più probabili tentano di anticipare le mosse dei rapitori, con la massima attenzione ad ogni minimo dettaglio. 
Con l'inesorabile scorrere delle ore le indagini proseguono, tra snervanti attese, obiezioni, intralci, allarmanti ipotesi e disagi, creando sempre nuove domande: il papa è davvero morto per un infarto o è stato assassinato? Chi poteva avere il tempo e la competenza necessaria per studiare un'azione di così grande portata? Qual era il movente? Dove possono essere stati nascosti così tanti prigionieri, per di più anziani?
Lo scenario diventa sempre più inquietante, il clima più teso e cupo, e tra incursioni notturne, cambi di programma, lunghi spostamenti, minacce, bluff e delusioni, la stanchezza, il nervosismo e la rassegnazione iniziano a creare problemi, uniti a scoop e fughe di notizie. 
Sono tanti i sentimenti provati dinnanzi alle atrocità e ai violenti crimini incontrati durante quella drammatica odissea, sia da parte degli stoici cardinali, affidatisi allo Spirito Santo, sia da parte dei più preoccupati e frustrati agenti, costretti a continui cambi di strategia, azioni pericolose e controlli, avvolti da un senso di impotenza nei riguardi dei religiosi, irrintracciabili, e della sede vacante della Curia, da proteggere, anche se con misure provvisorie, in quei tempi bui non solo nella sua fisicità e in quella delle poche persone che ancora la abitano, ma anche nella sua identità, credibilità e tradizione, messe a dura prova tra scandali, complotti, scetticismo, sospetti, eresie e cospirazioni. 
Finalmente, col tempo, il duro e pressante lavoro darà qualche risultato, tra trattative, concessioni, ultimatum, ricatti e compromessi, e quegli sforzi eroici pieni di sacrifici ed umiliazioni inizieranno a mostrare dei risultati, per fare giustizia e mettere fine ai tormenti, ai massacri e alle sofferenze. 
Anche il finale dolceamaro di questo libro, che accenna alla paura verso il futuro ignoto, agli incidenti sul lavoro, ai suicidi, agli abusi, alla depressione, all'omosessualità, alle crociate, ai presunti peccati e colpe della chiesa chiesa cattolica (ricchezza, corruzione), ai diritti delle donne, mostra luci ed ombre dei religiosi,  inneggiando ad una riforma basata su nuovi principi che promuovano un cambiamento per migliorare l'attuale situazione. 
Uno dei messaggi di questa profonda storia disseminata di spunti riflessivi è quello di fare ciò che ci da più gioia, di far vivere per sempre nel nostro cuore tutto ciò che ci hanno regalato i nostri cari defunti, di aprire il proprio cuore fidandosi dell'istinto, imparando dal passato e utilizzando coscientemente il libero arbitrio. 
In conclusione, si tratta di un romanzo molto emozionante e coinvolgente, a volte straziante, altre volte ironico e divertente, che mette in scena la dura ed eterna lotta tra bene e male, che a volte si mescolano e confondono nascosti sotto le maschere di diverse culture, idee e valori di uguaglianza.

mercoledì 9 ottobre 2024

Biancaneve

Se da Biancaneve (Mirror Mirror, USA 2012) di Tarsem Singh (Self/Less, Immortals 3D, The cell/La cellula) mi aspettavo tanto, non potevo però immaginare che avrebbe addirittura superato così largamente le mie aspettative. Questa versione del classico Disney, basato sull'omonima fiaba dei fratelli Grimm, infatti, è grandiosa sotto tutti i punti di vista, sia stilistici che contenutistici ed è decisamente originale, pur mantenendo saldi i punti salienti del cartone animato del 1937. 
Il film, dal lessico decisamente contemporaneo, mescolato a quello più adatto ed appropriato al tempo in cui è ambientata la vicenda, narra la storia della bella principessa Biancaneve, detta Neve (Lily Collins), ormai diciottenne ed in procinto di governare il regno del defunto padre (Sean Bean), anzi la storia della sua perfida matrigna (Julia Roberts), come lei stessa ci racconta, mostrandoci dei cupi disegni animati che ci spiegano cosa è successo fino a quel momento. E questa nuova prospettiva è proprio uno de punti di forza del film, che mescola i generi, le citazioni di diverse fiabe, con uno stile moderno ed accattivante ed un ritmo che cambia repentinamente, da lento a velocissimo, seguendo lo snodarsi della trama. 
In realtà la dispotica e vanitosa regina, il cui colore preferito, simbolicamente è l'oro, è troppo sicura del fatto che Biancaneve non le darà mai problemi, obbedendo sempre con rispetto e sottomissione alle sue assurde regole, in primis quella di non uscire mai dal castello. E sottovaluta la povertà e la stanchezza del popolo che lei tassa avidamente per sovvenzionare le sue sontuose feste, ma garantendo che quei grandi profitti servono a tenere lontana dal villaggio la tremenda e famelica bestia che abita la foresta nera, dalla quale il padre di Biancaneve, nonché loro amatissimo re, non è più tornato, dieci anni prima. 
Ma la bestia esiste davvero? E il buon re è effettivamente morto?
L'azione inizia quando la pasticcera Margaret (Mare Winningham), ancora fedele al suo vecchio e buon sovrano e alla sua dolce figlia, come il resto della servitù, più che alla scorbutica ed odiosa regina, dona di nascosto a Biancaneve l'antico pugnale del padre, pregandola di travestirsi per andare di nascosto al villaggio per accertarsi di persona della miseria e dell'infelicità che vi regnano, per poi tornare e riprendersi il regno che le spetta e farlo prosperare di nuovo come una volta, come era desiderio del re. Biancaneve fa quello che le viene chiesto dall'amata Margaret e appena giunta nella foresta si imbatte in due giovani uomini denudati e legati ad un albero a testa in giù e li aiuta, senza sapere che si tratta del principe Andrew Alcott di Valencia (Armie Hammer) e del suo amico e scudiero Charles Renbock (Robert Emms), apparentemente più saggio di lui, che dopo averla ringraziata proseguiranno verso il castello, per chiedere umilmente vestiti e ritornare a casa. 
Biancaneve, invece, prosegue il suo viaggio e giunta al villaggio rimane sconvolta da quello che vede, trovandolo così diverso dal luogo allegro e festante che aveva visitato col padre da bambina, ora distrutto e vessato senza motivo, scoprendo così le bugie e gli inganni della regina verso i suoi poveri sudditi. 
Ritornata al castello, decisa a ribellarsi alla matrigna e al suo potere, scopre che uno dei due giovani soccorsi nella foresta è un principe e durante il ballo in maschera in suo onore, alla quale naturalmente non era stata invitata, decide di confidarsi con lui, fidandosi e credendolo un valido alleato, dal momento che è attratto da lei, ma la matrigna si accorge che quella splendida donna mascherata da candido cigno che cattura tutta l'attenzione del principe è Biancaneve, così, ingelositasi e colpita nell'orgoglio, ordinato al vecchio servitore Brighton (Nathan Lone) di ucciderla, chiede al suo riflesso nello lo specchio magico (Lisa Roberts Gillan) un filtro d'amore per far innamorare di sé il principe, in modo da sposarlo e risanare le sue ormai esigue finanze. Di certo non immagina quale sia il prezzo da pagare, preannunciatole saggiamente dal riflesso nello specchio.
Non tutto però, in questo caso fortunatamente, va secondo i nostri piani ed il servitore, ricordandosi della pietà del vecchio re, ma impaurito dalla sua nuova padrona, risparmia Biancaneve, lasciandola sola e impaurita nella buia e gelida foresta. Nella sua folle fuga apparentemente senza meta e senza speranza, ella si ferisce imbattendosi per caso nella casetta di sette nani, che scopre essere degli abili banditi, ma dal cuore buono: Mezzapinta (Mark Povinelli), Risata (Ronald Lee Clark), Lupo (Sebastian Saraceno), Grub (Joe Gnoffo), Napoleone (Jordan Prentice), Macellaio (Martin Klebbo) e Grimm (Danny Woodburn). Dopo averla accolta, seppur titubanti per via della sua vicinanza con la regina che li aveva banditi dal regno come indesiderabili, le spiegano infatti che erano abitanti del villaggio che lavoravano onestamente come gli altri, che però non li avevano protetti dopo l'assurda decisione della nuova sovrana. Dopo un'attenta valutazione decidono di allearsi e dal momento che Biancaneve si prende cura di loro e della loro abitazione, essi ricambiano preparandola alla vendetta, le insegnano a diventare forte e coraggiosa, pronta ad affrontare ogni tipo di nemico e di ostacolo, senza arrendersi e contando sempre sulle proprie capacità, non facendosi distrarre da nulla che non sia l'obiettivo, usando intelligenza e astuzia come armi fondamentali di attacco e di difesa, educandola alle arti della lotta e trasformandola in una valorosa combattente, molto simile a Robin Hood e alla guerriera de La foresta dei pugnali volanti, mentre il principe ed il suo compagno nella loro avventura a cavallo nella foresta sembrano più Don Chischiotte ed il suo fedele scudiero Sancho Panza. 
Interrotto abilmente il matrimonio tra la matrigna ed il principe, svelato alla nobiltà presente la verità sulla regina e rapito il principe, con l'aiuto degli amici nani Biancaneve cercherà di spezzare l'incantesimo in cui è caduto l'amato, per poi combattere la grandiosa battaglia finale contro la leggendaria bestia ed altre creature generate dall'uso della magia nera, sino all'inevitabile lieto fine, prima dolce e commovente e poi, durante i lunghissimi titoli di cosa, decisamente inaspettato e fantasioso, oltre che irresistibile.
La recitazione di Julia Roberts, come d'altronde il suo personaggio, ironico, annoiato, terrorizzato dall'idea di invecchiare e di perdere la bellezza, la migliore di tutto il regno, come di rimanere senza soldi, è strepitosa, come i dialoghi pieni di frecciatine, le comiche battaglie tra i nani-giganti e il principe e tra quest'ultimo e Biancaneve, metafora della più seria e complicata battaglia dei sessi, in quanto il film accenna anche al ruolo della donna nella società. 
Il meraviglioso risultato è stato ottenuto grazie anche alla sceneggiatura di Melisa Wallack e Jason Keller, alla fotografia di Brendan Galvin, al montaggio di Robert Duffy e Nick Moore, agli effetti speciali di Jean-Martin Desmarais e Louis Crail, alle musiche di Alan Menken, alla scenografia di Tom Foden e ai costumi di Eiko Ishioko.
Da non perdere assolutamente se Julia Roberts è da sempre la vostra attrice preferita ed amate Biancaneve in tutte le sue versioni (Biancaneve e i sette nani, Biancaneve e il cacciatore, Lo strano Natale di Blanca Snow), oltre che gli abiti sontuosi e gli splendidi paesaggi.