venerdì 10 aprile 2020

Sei mai stata sulla luna?


         
Il tema stra-utilizzato, sia in letteratura, sin dall’antichità, sia in cinematografia, del contrasto tra la vita in città e quella in campagna in Sei mai stata sulla luna? (2015) di Paolo Genovese (La banda dei Babbi Natale, Immaturi, Tutta colpa di Freud) è trattato in modo creativo e convincente. 

 
La storia racconta di Guia (Liz Solari), una giovane donna bella e con una brillante carriera nel mondo della moda, che amava sin da bambina, quando nelle vacanze estive si recava in campagna dalla nonna, dove ogni giorno vestiva gli spaventapasseri con abiti nuovi e sostituiva i campanacci delle mucche con dei coloratissimi foulard, che a pochi giorni dal momento più impegnativo e stressante del suo lavoro, deve tornare proprio in quel paesino in Puglia, Nardò, per il funerale della zia paterna. 


                                               
Dopo la funzione dovrà anche prendere accordi con l’agente immobiliare Rosario (Paolo Sassanelli) perché la donna le ha lasciato in eredità la masseria Torre Pietra con i terreni e gli animali, avendo un solo figlio, il simpatico e saggio Pino (Neri Marcorè), incapace di intendere e di volere a causa di un ritardo dello sviluppo cognitivo. 
               
Tra l’altro, nella dependance della tenuta abita, senza dover pagare l’affitto, il fattore Renzo (Raul Bova), un attraente vedovo con un figlio di nove anni, Tony, a carico. 

        
Già alquanto contrariata per l’imprevisto, Guia diventa ancor più furiosa quando il fidanzato Marco (Pietro Sermonti), che passa le ore lavorative ed il tempo libero a cercare di frodare il fisco e ad aiutare gli altri, persino ecclesiastici, a farlo, la chiama per dirle che a causa di un imprevisto lavorativo la raggiungerà soltanto l’indomani.

                                                 
Non trovando nessun cibo in casa (Pino non cucina più da quando si è scottando, spaventandosi a morte), non sapendo cosa dire allo strambo cugino, dopo aver fatto un breve colloquio con il notaio (Dino Abbrescia), si reca nella piazza del paese, dove trova due bar uno accanto all’altro, quello più tradizionale gestito da Delfo (Sergio Rubini), fratello di Mara (Sabrina Impacciatore), simpatica bancaria in cerca del principe azzurro, e quello più alla moda da Felice (Emilio Solfrizzi). Qui fa amicizia con Renzo, non sapendo chi è, ed il buonumore le torna, finché il mattino dopo, al risveglio, non viene gelata dal saggio figlio di Renzo e dallo sgradito arrivo di Marco (la donna ha intuito infatti che egli l’ha appena tradita). 
                                              
Durante la funzione Guya scopre che Pino vuol diventare prete e che spesso ci si traveste andando in giro a chiedere alla gente se vuole confessarsi, sposarsi, ricevere l’estrema unzione. Non sapendo come fare a gestirlo, grazie all’aiuto a distanza dell’ancor più giovane assistente Carola (Giulia Michelini), lo affida ad una casa famiglia e se ne torna a Milano, non prima di aver sgarbatamente intimato a Renzo di sloggiare al più presto, perché vuole vendere al più presto. 

                      
Il suo amato lavoro in redazione, però, viene presto nuovamente interrotto da un’imprevista e sgradita telefonata della direttrice della casa famiglia che le ordina di tornare al paese per cercare il cugino scappato dalla struttura, altrimenti la denuncerà. Furiosa, anche per l’indisposizione verso questo fatto della sua capa, prende un altro volo. Arrivata alla masseria vi trova il cugino e, iniziando a capire il suo disagio, decide di restare un altro po’ con lui, gestendo la difficile settimana della moda a distanza, anche grazie all’arrivo della sua assistente Carola, che la trova, stupendosene molto, decisamente cambiata. In quei giorni, infatti, grazie a Pino, Renzo e a Oderzo (Nino Frassica), altro fattore, inizia a capire la vera natura della vita in campagna, con la fatica, i sacrifici, le difficoltà, ma anche le gratificazioni che essa comporta. 

                                                 
Così, da stronza cinica e snob, in poco tempo diventa più umile ed aperta alle diversità, si avvicina agli animali, dei quali aveva schifo e paura, e a Renzo, non più con disprezzo, ma con curiosità, ed interesse.
                                         
Anche Carola, stando in quel posto così bello, cambia, ritrovando se stessa ed un po’ di pace, grazie a Pino, sostenitore de “la vita vera è meglio”, l’unico a cui confida la verità sul suo fidanzato, e a Delfo, che la fa star bene. Ed arriva così la data fatidica della partenza, perché le due bellissime milanesi devono assistere alle sfilate. Tutti i cuori sono così infranti: quello della povera Mara, che vorrebbe partir con loro, stufa della sua monotona vita e delle solite conoscenze, suo fratello, che non ha osato dichiararsi ad una donna tanto più giovane di lui, Renzo, convinto che Guia stia per sposare Marco e deluso anche dalla veterinaria Anita, con cui ogni tanto si vedeva, non sapendo che fosse maritata con figlia e Guia, che crede Anita e Renzo davvero innamorati. 

                                            
Ricomincia così per tutti, con un bel po’ di amaro in bocca, la solita vita. Almeno apparentemente. Perché certi incontri, anche se brevi, con persone speciali, ti restano dentro, e puoi combatterne il ricordo, ma quello non se ne va. Così, con una pazza idea improvvisa Guia, che nel frattempo aveva lasciato Marco, scoperto di non amarlo, e di non essere amata, abbandona con una scusa improvvisata la conferenza stampa in atto e, dopo aver scelto tre meravigliosi abiti di Valentino (uno è per Mara), corre all’aeroporto con Carola, per andare alla festa del paese, cui tutti i loro nuovi amici tengono così tanto, considerandola quasi magica. E davvero suggestiva è l’atmosfera che si trovano davanti al loro arrivo: la piazza della chiesa piena di persone che ballano a coppie la tarantella suonata da un’allegra orchestrina, tra le festose luci che animano il buio della sera. Grazie alle bende sugli occhi degli uomini, viene preparata una bellissima sorpresa per due persone, con un rapido scambio di ballerina. Solo Guia resta sola, così va alla masseria e, come immaginato, vi trova Renzo: non servono parole, spiegano tutto gli sguardi e la lanterna accesa con il desiderio scritto dentro. Ed ora siamo proprio giunti alla conclusione del racconto.  

     
Il film, che, grazie anche al cast stellare, ha ottenuto un premio ai Nastri d’Argento ed una candidatura ai David di Donatello, insegna e fa riflettere (tutto ha un prezzo, ma la dignità non è in vendita, conosci davvero le persone che conosci da sempre?), facendo divertire tanto, non solo con qualche gag visiva, ma soprattutto per certi dialoghi quasi surreali. Il suo punto debole, però, è proprio il finale, seppur lieto: più originale e plausibile di quello tradizionale ed ovvio che ci si aspetterebbe, ma comunque non del tutto efficace per una storia che si era snodata coerentemente fino a quel punto.

                                         








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