venerdì 11 giugno 2021

I segreti della tavola di MONTALBANO

Per chi ama Montalbano, il sole, il mare, le stradine inerpicate, la campagna, le nuotate, le salutari passeggiate, per chi pensa che il cibo sia un piacere fondamentale e meraviglioso della vita, e non solo una necessità, per chi vuole riscoprire i piatti della propria tradizione e per chi vuole conoscere quelli di un'altra terra: per tutti loro I segreti della tavola di MONTALBANO - Le ricette di Andrea Camilleri (Città di Castello, Aprile 2009) di Stefania Campo edito da Il Leone verde Edizioni, nella collana Leggere è un Gusto! sarà una gradevolissima (e naturalmente squisita!) lettura!

Fin dalle prime pagine, infatti, l'autrice ci fa addentrare nel mondo specifico di questo strepitoso personaggio, profondamente sentito dal suo inventore. 

Dopo una breve ma esauriente prefazione, in cui spiega il legame della letteratura gialla in generale con il cibo, l'autrice ci accompagna, infatti, pian piano nel piccolo universo di Salvo Montalbano, raccontato magistralmente nei libri di Andrea Camilleri, tra emozioni e ricordi suscitati dalle varie pietanze tipicamente siciliane. 

Dopo un breve riassunto della storia dei romanzi e dei film da essi tratti, Stefania Campo ci ricorda i tratti distintivi del simpatico e maturo protagonista, dal grande cuore, carismatico, sincero, poco incline alla mondanità, e, soprattutto, profondamente goloso! Un amante della buona tavola, a cui piace mangiare in solitudine, ed in assoluto silenzio, a volte anche ad occhi chiusi, per apprezzare al meglio ciò che assaggia, che per lui è un dono.

Alla fine di ogni capitolo troviamo uno dei menù del commissario, composto da antipasto, primo piatto, secondi piatti, contorno e dolce, ricette chiare, ben spiegate nei loro passaggi, corredate con una immagine finale. 

L'autrice ci illustra, proseguendo nella narrazione, le differenze e le somiglianze con gli altri detective della letteratura, nel loro rapporto con la cucina, cucina semplice e tradizionale che, nel caso di Montalbano, è anche un ricordo dell'infanzia, che gli dona pace e gioia, nonché grande protagonista.  Salvo, che, come l'amata fidanzata Livia, non sa cucinare, e che a volte, non sapendosi trattenere, prende porzioni troppo abbondanti che lo fanno stare male, consuma i suoi pranzi nella trattoria San Calogero e, dopo la sua chiusura, Da Enzo, mentre cena nella sua casa con terrazza affacciata sulla spiaggia, a Marinella, lentamente, con le preziose pietanze che gli prepara la governante Adelina, caserecci e genuini. La sua passione, di cui sono simboli il forno ed il frigorifero, allude a quelle spirituali e sentimentali e gli dona appagamento, tanto che se non mangia bene non riesce a concentrarsi sul lavoro né a restare di buonumore. Il suo cibo preferito è il pesce fresco ma non disdegna nemmeno la carne, la pasta, gli arancini, le verdure e, naturalmente, i dolci, il pane fatto in casa e, alle volte, piatti particolari o stranieri, uniti al buon vino, al caffè e al whisky, bevande che può condividere, come il cibo, solo con persone che gli stanno particolarmente a cuore, come  l'amico e collega Mimì Augello e la svedese Ingrid.

Non mi resta che augurarvi buona lettura... e buon appetito! 

venerdì 4 giugno 2021

Tutti pazzi per Elin

Come in quasi tutti i film tratti dai romanzi di Inga Lindstrom (Le nozze di Greta, Ritorno a casa, Eredità contesa), in Tutti pazzi per Elin (Germania, 2016) di Ulli Baumann (Inga Lindstrom - La speranza in un amore, Inga Lindstrom - Un giorno al lago), come si evince già dal titolo, ad essere l'indiscussa (e un po' ingombrante) protagonista è una donna. Una donna che, dopo tante difficoltà (è cresciuta solo con una madre infermiera che spesso la portava con sé al lavoro), perde tutto proprio quando pensava di aver raggiunto quel che voleva. 
Il film inizia, infatti, una mattina come tante, che poi, naturalmente, si rivela essere molto diversa dal solito. Elin Lundgren (Susan Hoecke), infatti, si reca in bicicletta all'ospedale dove lavora come infermiera, sempre sorridente con chi incontra e gentile con i pazienti, racconta euforica all'amica e collega Mia (Lena Labusga) che quella sera riceverà la proposta di matrimonio dal suo fidanzato Per (Alek Sandar Radenkovic) (ha, infatti, trovato un anello nella tasca della sua giacca), ma lui la porta in un locale carino non per la proposta di matrimonio, bensì per lasciarla senza che lei faccia scenate!. Inoltre viene licenziata perché un medico l'ha sentita parlare ad un paziente contro gli interessi dell'ospedale e non è la prima volta, data la sua natura profondamente onesta ed impulsiva. Delusa e scoraggiata, accetta l'offerta di lavoro come badante a Trosa, che poco prima voleva rifiutare. Arrivata a destinazione, conosce Claas Anderson (Christoph Mary) e sua moglie Bea (Tina Amon Amomsen), che le presentano Ingmar (Friedrich von Thun), il padre dell'uomo, l'ex medico condotto di quell'incantevole paese di campagna, costretto su una sedia a rotelle da quando, due anni prima, perse l'amata moglie Agnes, rimanendone profondamente segnato. Abituato a vivere in un'enorme e bellissima casa in solitudine, abitudinario e maniaco del controllo (ogni giorno, infatti, spia di nascosto Claas, che lo ha sostituito nello studio di famiglia e tiene un resoconto su un block-notes), è duro e scontroso, e ha già cacciato ben undici candidate in un anno prima di Elin. Non sa ancora, però, che la giovane donna è una tipa davvero tosta, che con tenacia e affetto col tempo gli farà capire i suoi errori, facendolo diventare più educato, allegro, indipendente e salutista.  

                                     

Presto arriva nella casa paterna, in cerca della tranquillità e del silenzio necessari per comporre, il figlio minore di Ingmar, Jorn (Nico Rogner), un bellissimo musicista che Elin già conosce, in quanto il giorno del licenziamento l'aveva involontariamente investita rendendola abbastanza impresentabile per la famosa cena col fidanzato e distruggendole l'amata bicicletta su cui viaggiava, persa nei suoi pensieri. I due ragazzi vanno d'accordo e si piacciono, ma Jorn è un dongiovanni incallito, come dimostrano le molte amiche che vengono a trovarlo la sera, e la bellissima ma arrogante e poco professionale Finya (Anna Rot). Stando vicino ad Elin e conoscendola bene, Jorn, nonostante l'iniziale sospettosa diffidenza del padre e del fratello, a poco a poco cambia, diventando un uomo e un cantautore migliore, riuscendo finalmente a riavvicinarsi ai suoi familiari e ad instaurare con loro un rapporto più forte e sincero, perché bisogna accettare gli altri per come sono e non per come vorremmo che fossero, lasciandoli libere di percorrere la strada del loro destino. Grati per il dono di saper tirare fuori il meglio delle persone, spronandole a dare il meglio e ad essere più felici, anche Jorn ed Ingmar aiutano Elin, il primo facendole affrontare, e superare, le sue paure, il secondo iscrivendola al test di ingresso di medicina, che si terrà appena due settimane dopo, perché vedendola al fianco di Claas in ambulatorio nei momenti di emergenza, ne intuisce le grandissime potenzialità. 
Inizia così un frenetico ma entusiasmante periodo per Elin, sogno che, però, non dura a lungo, perché all'improvviso Ingmar, profondamente contrariato dal legame di Elin e Jorn e sentendosi tradito dal fatto che la donna ha spinto Claas ad inseguire i propri sogni, facendogli ottenere un posto come cardiologo a Stoccolma, ruolo già sacrificato in passato, con grande frustrazione di Bea, per non far soffrire il padre, la caccia, proprio il giorno in cui Per torna da lei pentito per chiederle di riprovarci e lei riceve una lettera d'assunzione proprio dal suo ex datore di lavoro!
All'incredula, triste, e ferita ragazza non resta altro che ricominciare, seppur poco convinta, la sua vecchia vita. 
Presto o tardi, però, si raccoglie quel che si è seminato, ed Elin ha seminato solo generosamente amore e saggezza, così Jorn è sempre più convinto dei suoi sentimenti ed Ingmar si fa un bell'esame di coscienza, assumendosi la responsabilità dei propri errori e chiedendo scusa al momento giusto, appena in tempo perché per la dolce, speciale, forte e insieme fragile Elin sia ancora possibile un romanticissimo lieto fine... musicale!                                                     

mercoledì 14 aprile 2021

Esprimi un desiderio

Gwen Turner (Jessy Schrann), realizzata regista di spot pubblicitari, che sta per compiere trent’anni, è la protagonista di Esprimi un desiderio (The Birthday Wish, USA, 2017) di Peter DeLuise (Garage Sale Mystery, Stargate SG1, Per tutta l’estate). Il film inizia una settimana prima della vigilia di Capodanno, e mostra una donna sicura di sé, che si confida con l’amica del cuore Mia (Yvonne Chapman), sarta per gli attori dei suoi lavori, e con il nuovo collega Dave McGee (Luke MacFarlane), dicendo che si aspetta che al Veglione il fidanzato Alex (Marcus Rosner), con lei da tre anni, le dia l’anello di fidanzamento. Nonostante la bella festa e l’atmosfera romantica, però, questo non accade. Delusa, Gwen si consola con il pensiero che entro pochi giorni sarà il suo compleanno, l’occasione ideale per la proposta. Le sue aspettative vengono tradite, così, triste e ferita, scappa dalla sua festa prima del taglio della torta. Dave, credendola fuori casa, le lascia accanto alla porta un dolcissimo pensiero, visto che lavorano bene insieme e stanno diventando amici: lei lo vede e la sua serata si rallegra un po’. Le speranze di Gwen sul suo futuro con Alex cadono miseramente quando non le dona l’anello nemmeno alla cena nel ristorante più importante della città, dove sembra che tutti facciano le proposte, così, dopo aver assistito ad una tenerissima cerimonia di fidanzamento, stanca e rassegnata, scappa nuovamente via a crogiolarsi nel suo dolore. Frustrata ed amareggiata per il senso di fallimento, prima di addormentarsi esprime il desiderio di poter vedere come sarà la sua vita tra dieci anni. Al risveglio, l’indomani, si accorge di non vedere per niente bene, così corre dal suo oculista, trovando un altro medico che lo sostituisce: controllando la vista vede se stessa invecchiata con tre bambini, un cagnolone… e Dave! Crede di essere diventata pazza, ma l’uomo le assicura che dopo il collirio non vedrà più confuso e offuscato, ma tutto chiaro e nitido…. Sconvolta, Gwen, raccontato tutto a Mia, che si mostra felice e speranzosa che la visione si trasformi in realtà, inizia a comportarsi in modo strano, tanto che sia Dave sia il loro capo Bruce (David Lewis) se ne accorgono. Col tempo scopre che Dave è un uomo buono, gentile, allegro, premuroso, che agisce col cuore, al contrario di Alex che fa scegliere i suoi regali dal proprio stagista, non rendendosi nemmeno conto della propria insensibilità! Anche Dave critica Alex, perché vuol cambiare Gwen, i suoi gusti, il suo modo di essere, ma nonostante tutto la donna non lo lascia, sperando nell’impossibile. Da quando ha perso il padre, infatti, all’età di tredici anni, Gwen ha deciso che per non soffrire più controllerà la sua vita facendo delle liste degli obiettivi da raggiungere, dei progetti da realizzare, dei piani da seguire scrupolosamente e lo sposarsi entro i trent’anni è l’unica voce dell’elenco che non riesce a portare a termine, non capendone il perché. Con saggezza, amore e pazienza, sua madre Katherine (Barbara Pollor), Mia e Dave le insegneranno che esistono il fato, oltre al controllo degli eventi, le coincidenze, oltre alle ragioni, che bisogna correre il rischio, per scoprire che a volte cambiare è meglio, che potrebbe essere più piacevole ed interessante il nuovo del vecchio, l’inaspettato del desiderato, ma bisogna scegliere da soli e cercare di dare la risposta giusta, perché le cose sono solo cose e contano le persone, i piccoli piaceri della vita, e non bisogna temere di aprire il cuore dopo la sofferenza, dato che  il domani si scoprirà vivendo, facendo quello che ci rende felici. Complice uno spot da girare insieme, Dave la aiuta a superare la paura dei cani e lei ricambia facendogli assaggiare del buonissimo cibo di strada, senza che si senta male. Così Gwen pian piano ricomincia ad essere se stessa, meno stressata e nervosa, mettendo in dubbio le sue incrollabili certezze, le sue aspettative ed i suoi più profondi desideri. Dopo un’altra visita dall’oculista e dopo aver espresso il desiderio di capire cosa fare, confusa e spaventata dalle nuove emozioni e dalla verità, decide di allontanare Dave per fare chiarezza nel suo cuore, trovandogli il lavoro da regista che sognava.   

E quando finalmente arriva la tanto sospirata proposta di matrimonio, Gwen la rifiuta, perché ha iniziato a vedere col cuore e a seguire il proprio cammino, preferendo essere felice con un uomo semplice, dolce e premuroso a stare su un piedistallo, con un compagno bello ma egocentrico e superficiale, che non la conosce, capisce né ascolta. Accettato il fatto che i progetti cambiano, si prende cura di sé, lasciando che le cose facciano il loro corso, su consiglio della saggia madre, ma un grande equivoco non le permette ancora di essere felice.

Quando il lieto fine giungerà, però, durerà… almeno dieci anni!

 



lunedì 5 aprile 2021

Buona Pasquetta!

 


"L'immagine dell'angelo seduto sulla pietra del sepolcro è la manifestazione concreta, visiva, della vittoria di Dio sul male, della vittoria di Cristo sul principe di questo mondo, della luce sulle tenebre". […] Non stanchiamoci mai di cercare il Cristo risorto, che dona la vita in abbondanza a quanti lo incontrano". "Trovare Cristo significa scoprire la pace del cuore. [….]  Le stesse donne del Vangelo, dopo il turbamento iniziale, provano una grande gioia nel ritrovare vivo il Maestro". 

                                                 

"In questo tempo pasquale auguro a tutti di fare la medesima esperienza spirituale, accogliendo nel cuore, nelle case e nelle famiglie il lieto annuncio della Pasqua: 'Cristo risorto più non muore, la morte non ha più potere su di Luì". "In questi giorni pasquali ci farà bene ripetere questo: il Signore vive" […]."E a tutti auguro di trascorrere con fede questi giorni dell'ottava di Pasqua, in cui si prolunga la memoria della Resurrezione di Cristo: cogliere ogni buona occasione per essere testimoni della gioia e della pace del Signore Risorto". "Buona, serena e santa Pasqua a tutti!"

(Papa Francesco, 5 Aprile 2021)

  


                         

domenica 4 aprile 2021

Buona Pasqua!


Dall'uovo di Pasqua 
è uscito un pulcino
di gesso arancione
col becco turchino.
Ha detto: "Vado,
mi metto in viaggio
e porto a tutti
un grande messaggio".
E volteggiando
di qua e di là
attraversando
paesi e città
ha scritto sui muri,
nel cielo e per terra:
"Viva la pace,
abbasso la guerra".

(Gianni Rodari, Dall'uovo di Pasqua)


L'offesa del mondo è stata immane.
Infinitamente più grande è stato il tuo amore.
Noi con amore ti chiediamo amore. Amen.

(Mario Luzi, La Passione)


Che la Pasqua ci insegni a entrare nel fiore della primavera,
a rinnovarci, ad accogliere più che a giudicare, 
a covare un uovo di luce dentro la nostra anima.

(Fabrizio Caramagna, Pasqua)



Cari fratelli e sorelle, buona Pasqua! Buona, Santa e serena Pasqua!

Oggi riecheggia in ogni parte del mondo l’annuncio della Chiesa: “Gesù, il crocifisso, è risorto, come aveva detto. Alleluia”.

L’annuncio di Pasqua non mostra un miraggio, non rivela una formula magica, non indica una via di fuga di fronte alla difficile situazione che stiamo attraversando. La pandemia è ancora in pieno corso; la crisi sociale ed economica è molto pesante, specialmente per i più poveri; malgrado questo – ed è scandaloso – non cessano i conflitti armati e si rafforzano gli arsenali militari. E questo è lo scandalo di oggi.

Di fronte, o meglio, in mezzo a questa realtà complessa, l’annuncio di Pasqua racchiude in poche parole un avvenimento che dona la speranza che non delude: “Gesù, il crocifisso, è risorto”. Non ci parla di angeli o di fantasmi, ma di un uomo, un uomo in carne e ossa, con un volto e un nome: Gesù. Il Vangelo attesta che questo Gesù, crocifisso sotto Ponzio Pilato per aver detto di essere il Cristo, il Figlio di Dio, il terzo giorno è risorto, secondo le Scritture e come Egli stesso aveva predetto ai suoi discepoli.

Il crocifisso, non un altro, è risorto. Dio Padre ha risuscitato il suo Figlio Gesù perché ha compiuto fino in fondo la sua volontà di salvezza: ha preso su di sé la nostra debolezza, le nostre infermità, la nostra stessa morte; ha patito i nostri dolori, ha portato il peso delle nostre iniquità. Per questo Dio Padre lo ha esaltato e ora Gesù Cristo vive per sempre, e Lui è il Signore.

                                               

I testimoni riferiscono un particolare importante: Gesù risorto porta impresse le piaghe delle mani, dei piedi e del costato. Queste piaghe sono il sigillo perenne del suo amore per noi. Chiunque soffre una dura prova, nel corpo e nello spirito, può trovare rifugio in queste piaghe, ricevere attraverso di esse la grazia della speranza che non delude.

Cristo risorto è speranza per quanti soffrono ancora a causa della pandemia, per i malati e per chi ha perso una persona cara. Il Signore dia loro conforto e sostenga le fatiche di medici e infermieri. Tutti, soprattutto le persone più fragili, hanno bisogno di assistenza e hanno diritto di avere accesso alle cure necessarie. Ciò è ancora più evidente in questo tempo in cui tutti siamo chiamati a combattere la pandemia e i vaccini costituiscono uno strumento essenziale per questa lotta. Nello spirito di un “internazionalismo dei vaccini”, esorto pertanto l’intera Comunità internazionale a un impegno condiviso per superare i ritardi nella loro distribuzione e favorirne la condivisione, specialmente con i Paesi più poveri.

Il Crocifisso Risorto è conforto per quanti hanno perso il lavoro o attraversano gravi difficoltà economiche e sono privi di adeguate tutele sociali. Il Signore ispiri l’agire delle autorità pubbliche perché a tutti, specialmente alle famiglie più bisognose, siano offerti gli aiuti necessari a un adeguato sostentamento. La pandemia ha purtroppo aumentato drammaticamente il numero dei poveri e la disperazione di migliaia di persone.

«Occorre che i poveri di tutti i tipi riprendano a sperare», diceva san Giovanni Paolo II nel suo viaggio ad Haiti. E proprio al caro popolo haitiano va in questo giorno il mio pensiero e il mio incoraggiamento, perché non sia sopraffatto dalle difficoltà, ma guardi al futuro con fiducia e speranza. E io direi che va specialmente il mio pensiero a voi, carissime sorelle e fratelli haitiani: vi sono vicino, sono vicino a voi e vorrei che i problemi si risolvessero definitivamente per voi. Prego per questo, cari fratelli e sorelle haitiani.

Gesù risorto è speranza pure per tanti giovani che sono stati costretti a trascorrere lunghi periodi senza frequentare la scuola o l’università e condividere il tempo con gli amici. Tutti abbiamo bisogno di vivere relazioni umane reali e non solamente virtuali, specialmente nell’età in cui si forma il carattere e la personalità. Lo abbiamo sentito venerdì scorso nella Via crucis dei bambini. Sono vicino ai giovani di tutto il mondo e, in quest’ora, specialmente a quelli del Myanmar, che si impegnano per la democrazia, facendo sentire pacificamente la propria voce, consapevoli che l’odio può essere dissipato solo dall’amore.

La luce del Risorto sia fonte di rinascita per i migranti, in fuga da guerra e miseria. Nei loro volti riconosciamo il volto sfigurato e sofferente del Signore che sale al Calvario. Non manchino loro segni concreti di solidarietà e di fraternità umana, pegno della vittoria della vita sulla morte che celebriamo in questo giorno. Ringrazio i Paesi che accolgono con generosità i sofferenti che cercano rifugio, specialmente il Libano e la Giordania, che ospitano moltissimi profughi fuggiti dal conflitto siriano.

Il popolo libanese, che sta attraversando un periodo di difficoltà e incertezze, sperimenti la consolazione del Signore risorto e sia sostenuto dalla Comunità internazionale nella propria vocazione ad essere una terra di incontro, convivenza e pluralismo.

Cristo nostra pace faccia finalmente cessare il fragore delle armi nell’amata e martoriata Siria, dove milioni di persone vivono ormai in condizioni disumane, come pure in Yemen, le cui vicende sono circondate da un silenzio assordante e scandaloso, e in Libia, dove si intravvede finalmente la via di uscita da un decennio di contese e di scontri cruenti. Tutte le parti coinvolte si impegnino effettivamente per far cessare i conflitti e consentire a popoli stremati dalla guerra di vivere in pace e di avviare la ricostruzione dei rispettivi Paesi.

La Risurrezione ci porta naturalmente a Gerusalemme. Per essa imploriamo dal Signore pace e sicurezza (cfr Sal 122), perché risponda alla chiamata ad essere luogo di incontro dove tutti possano sentirsi fratelli, e dove Israeliani e Palestinesi ritrovino la forza del dialogo per raggiungere una soluzione stabile, che veda due Stati vivere fianco a fianco in pace e prosperità.

In questo giorno di festa, il mio pensiero torna pure all’Iraq, che ho avuto la gioia di visitare il mese scorso, e che prego possa continuare il cammino di pacificazione intrapreso, perché si realizzi il sogno di Dio di una famiglia umana ospitale e accogliente verso tutti i suoi figli.[1]

La forza del Risorto sostenga le popolazioni africane che vedono il proprio avvenire compromesso da violenze interne e dal terrorismo internazionale, specialmente nel Sahel e in Nigeria, come pure nella regione del Tigray e di Cabo Delgado. Continuino gli sforzi per trovare soluzioni pacifiche ai conflitti, nel rispetto dei diritti umani e della sacralità della vita, con un dialogo fraterno e costruttivo in spirito di riconciliazione e di solidarietà fattiva.

Troppe guerre e troppe violenze ci sono ancora nel mondo! Il Signore, che è la nostra pace, ci aiuti a vincere la mentalità della guerra. Conceda a quanti sono prigionieri nei conflitti, specialmente nell’Ucraina orientale e nel Nagorno-Karabakh, di ritornare sani e salvi alle proprie famiglie, e ispiri i governanti di tutto il mondo a frenare la corsa a nuovi armamenti. Oggi, 4 aprile, ricorre la Giornata mondiale contro le mine antiuomo, subdoli e orribili ordigni che uccidono o mutilano ogni anno molte persone innocenti e impediscono all’umanità di «camminare assieme sui sentieri della vita, senza temere le insidie di distruzione e di morte».[2] Come sarebbe meglio un mondo senza questi strumenti di morte!

Cari fratelli e sorelle, anche quest’anno, in diversi luoghi, molti cristiani hanno celebrato la Pasqua con forti limitazioni e, talvolta, senza nemmeno poter accedere alle celebrazioni liturgiche. Preghiamo che tali limitazioni, come ogni limitazione alla libertà di culto e di religione nel mondo, possano essere rimosse e a ciascuno sia consentito di pregare e lodare Dio liberamente.

Tra le molteplici difficoltà che stiamo attraversando, non dimentichiamo mai che noi siamo sanati dalle piaghe di Cristo (cfr 1 Pt 2,24). Alla luce del Risorto le nostre sofferenze sono trasfigurate. Dove c’era morte ora c’è vita, dove c’era lutto, ora c’è consolazione. Nell’abbracciare la Croce Gesù ha dato senso alle nostre sofferenze e ora preghiamo che gli effetti benefici di questa guarigione si espandano in tutto il mondo. Buona, Santa e serena Pasqua!



La gente è affamata d'amore 
perché siamo troppo indaffarati,
aprite i vostri cuori oggi,
nel giorno del Signore risorto,
e amate come non avete mai fatto.

(Madre Teresa di Calcutta, La gente è affamata d'amore)


Buona Pasqua e buona Pasquetta a tutti!!!

domenica 28 marzo 2021

Buona domenica delle palme!


"[...] In questa situazione storica e sociale, Dio cosa fa? Prende la croce. Gesù prende la croce, cioè si fa carico del male che tale realtà comporta, male fisico, psicologico e soprattutto male spirituale, perché il Maligno approfitta della crisi per seminare sfiducia, disperazione e zizzania. E noi? Che cosa dobbiamo fare? Ce lo mostra la Vergine Maria [...] ha preso su di sé la propria parte di sofferenza, di buio, di smarrimento e ha percorso la strada della passione custodendo accesa nel cuore la lampada della fede. [...] E, lungo la via crucis quotidiana, incontriamo i volti di tanti fratelli e sorelle in difficoltà: non passiamo oltre, lasciamo che il cuore si muova a compassione e avviciniamoci."

(Papa Francesco, 28 Marzo 2021)

 


Oh, i bei rami d'ulivo! Chi ne vuole?
Son benedetti, li ha baciati il sole.
In queste foglioline tenerelle
vi sono scritte tante cose belle.
Sull'uscio, alla finestra, accanto al letto
metteteci l'ulivo benedetto!
Come la luce e le stelle serene:
un pò di pace ci fa tanto bene.

(Giovanni Pascoli, L'ulivo benedetto)


Hanno compiuto in questo dì, gli uccelli
il nido (oggi è la festa dell'olivo)
di foglie secche, radiche, fuscelli;
quel sul cipresso, questo su l'alloro,
al bosco, lungo il chioccolo d'un rivo,
nell'ombra mossa d'un tremolio d'oro.
E covano sul musco e sul lichene
fissando muti il cielo cristallino,
con improvvisi palpiti, se viene
un ronzio d'ape, un vol di maggiolino.

(Giovanni Pascoli, La domenica dell'olivo)



lunedì 8 marzo 2021

Auguri, donne!!!

 




Quanto sei bella, amata mia, quanto sei bella!

Gli occhi tuoi sono colombe,
dietro il tuo velo.
Le tue chiome sono come un gregge di capre,
che scendono dal monte Gàlaad.
I tuoi denti come un gregge di pecore tosate,
che risalgono dal bagno;
tutte hanno gemelli,
nessuna di loro è senza figli.
Come nastro di porpora le tue labbra,
la tua bocca è piena di fascino;
come spicchio di melagrana è la tua tempia
dietro il tuo velo.

Tutta bella sei tu, amata mia,
e in te non vi è difetto.


(Cantico dei Cantici, Bibbia)


                                       


Io voglio del ver la mia donna laudare
Ed assembrarli la rosa e lo giglio:
più che stella diana splende e pare,
e ciò ch’è lassù bello a lei somiglio.

Verde river’ a lei rasembro a l’are,
tutti color di fior’, giano e vermiglio,
oro ed azzurro e ricche gioi per dare:
medesmo Amor per lei rafina meglio.

Passa per via adorna, e sì gentile
ch’abassa orgoglio a cui dona salute,
e fa ‘l de nostra fé se non la crede:

e no ‘lle po’ apressare om che sia vile;
ancor ve dirò c’ha maggior vertute:
null’om po’ mal pensar fin che la vede.

(Io voglio del ver la mia donna laudare, Guido Guinizzelli)


                         

Sorridi donna
sorridi sempre alla vita
anche se lei non ti sorride.
Sorridi agli amori finiti
sorridi ai tuoi dolori
sorridi comunque.
Il tuo sorriso sarà
luce per il tuo cammino
faro per naviganti sperduti.
Il tuo sorriso sarà
un bacio di mamma,
un battito d’ali,
un raggio di sole per tutti.

(Sorridi donna, Alda Merini)

 

                                             

Tu non sei i tuoi anni
né la taglia che indossi,
non sei il tuo peso
o il colore dei tuoi capelli.
Non sei il tuo nome,
o le fossette delle tue guance.

Sei tutti i libri che hai letto
e tutte le parole che dici,
sei la tua voce assonnata al mattino
e i sorrisi che provi a nascondere,
sei la dolcezza della tua risata
e ogni lacrima versata,
sei le canzoni urlate così forte
quando sapevi di esser tutta sola.

Sei anche i posti in cui sei stata
e il solo che davvero chiami casa,
sei tutto ciò in cui credi
e le persone a cui vuoi bene,
sei le fotografie nella tua camera
e il futuro che dipingi.

Sei fatta da così tanta bellezza,
ma forse tutto ciò ti sfugge
da quando hai deciso
di esser tutto quello che non sei.

(Tu non sei i tuoi anni, Ernest Hemingway)


                                              

Ti meriti un amore che ti voglia spettinata,
con tutto e le ragioni che ti fanno alzare in fretta,
con tutto e i demoni che non ti lasciano dormire.
Ti meriti un amore che ti faccia sentire sicura,
in grado di mangiarsi il mondo quando cammina accanto a te,
che senta che i tuoi abbracci sono perfetti per la sua pelle.
Ti meriti un amore che voglia ballare con te,
che trovi il paradiso ogni volta che guarda nei tuoi occhi
e non si stanchi mai di leggere le tue espressioni.
Ti meriti un amore che ti ascolti quando canti,
che ti appoggi quando fai il ridicolo,
che rispetti il tuo essere libera,
che ti accompagni nel tuo volo,
che non abbia paura di cadere.
Ti meriti un amore che ti spazzi via le bugie,
che ti porti l’illusione,
il caffè
e la poesia.

(Frida Kahlo)

                                                           

Volto di donna, nel suo sonno

chiusa, sembra cullata
da qualche suono segreto
che tutta la riempie.
Dal suo corpo sonoro, addormentato,
ella trae la gioia
d´essere un tenero rumore
agli occhi del silenzio.

(Volto di donna, Rainer Maria Rilke)

                                    

sabato 6 marzo 2021

Il regalo perfetto

 


Ne Il regalo perfetto (The perfect Christmas present, USA, 2017) di Brian Hayes (Mystery 101, L’armonia del cuore), Tom Jacobs (Sam Page) è un uomo che realizza, per lavoro, i sogni degli altri, facendoli diventare realtà, aiutando le persone a scegliere il miglior dono per i propri cari e per questo motivo è soprannominato Mister Christmas, il Babbo Natale segreto di Chicago. Per la sua bravura viene contattato anche dal vecchio amico di confraternita Paul Welch (Sam Guinan-Nyhart), che gli chiede di cercare un regalo per la fidanzata, Jenny Stone (Tara Holt), che ama moltissimo. Tom, pur felice di rivedere il compagno di college, sulle prime non vuole accettare, perché una delle regole della sua società di consulenza è quella di non avere clienti tra gli amici, i parenti e i conoscenti, per non creare problemi. Alla fine, però, per affetto e per l’insistenza dell’uomo, accetta, nonostante manchino solo tre settimane a Natale, un tempo veramente breve per poter svolgere al meglio il proprio lavoro, in quanto deve studiare e fare ricerche per scoprire il più possibile sulla persona a cui fare il regalo, carattere, gusti, hobby, interessi, ricordi. Per aiutarlo nel suo compito, accelerandone lo svolgimento, Paul lo invita ad una cena con la sua fidanzata, in modo che possa conoscerla meglio. I due si piacciono, ma a causa della bugia di Paul, che per nascondere il loro segreto le ha detto che l’amico ha una società di consulenza di finanza e organizzazione di eventi, Jenny gli chiede se può aiutarla. La donna, infatti, è il capo di un network no profit per la protezione delle famiglie con sede a Los Angeles, dove lei e la madre si erano trasferite moltissimi anni prima, dopo il divorzio dei suoi genitori, per iniziare una nuova vita ed ora vorrebbe preparare un grande evento di Natale per cercare finanziatori per aprire una nuova sede qui a Chicago, città che ama, in quanto sua città natale e dove da un anno è tornata per stare con Paul. Tom vorrebbe rifiutare, dal momento che non è molto ferrato nel campo, ma si vede costretto a dirle di sì, per avvicinarsi ancor di più a lei e poterle scegliere un regalo davvero unico e speciale. Il loro lavoro comincia il giorno dopo e Jenny rimane piacevolmente colpita, al contrario del fidanzato, dal particolare ufficio dell’uomo. 



Preparando l’evento di beneficenza, Tom scoprirà che Jenny non è solo bella, ma anche interessante, profonda, altruista e allegra, semplice, amante della musica e del Natale, una donna forte e coraggiosa che ha abbandonato la sua vita per un’opportunità di crescita, dolce, indipendente, appassionata, che da tanto senza aspettarsi niente, che segue il cuore anche se non sa dove la porta e che soffre molto per aver perso il padre vent’anni prima. E la ragazza scopre che Tom, al contrario di Paul, la sa ascoltare, è coinvolgente, comprensivo, disponibile, premuroso, la fa ridere, commuovere, mettendo premure e tenerezze  nei gesti e nelle piccole cose. Jenny gli è molto grata per aver trovato una location più che perfetta per l’evento e complice il molto tempo trascorso insieme, gli addobbi, i dolcetti e le luci natalizie, la leggenda sulla struggente storia d’amore legata a quell’antica dimora, sono sempre più vicini e questo non sfugge agli occhi attenti e innamorati di Victoria Stolle (Emily Peterson), la cliente di Tom che li ha aiutati a realizzare quella missione impossibile. E una donna gelosa e ferita a volte sa essere davvero cattiva, così Jenny, messa al corrente del segreto dei due amici, si ritrova furiosa con Paul, che fa grandiosi progetti sul loro futuro senza tenere conto dei suoi desideri, e delusa da Tom, che le ha mentito.

Alla fine, però, dopo mille emozioni contrastanti che la confondono e telefonate sconsolate all’ amica e collega Meg (Ta’Rhonda Jones), che le consiglia di prendersi del tempo per capire cosa vuole davvero, la donna saprà qual è la cosa giusta da fare e il suo regalo perfetto arriverà, con l’aiuto di Paul, che presto troverà la vera anima gemella, ma da parte di Tom, non solo un oggetto a cui tiene molto, ma anche due persone venute dal passato, il dono più bello che potesse ricevere e desiderare.  


lunedì 22 febbraio 2021

Legami di sangue

  

La protagonista di Inga Lindstrom – Legami di sangue (Germania, 2006) di Andi Niessner (Rosamunde Pilcher – La nebbia d’Irlanda, Inga Lindstrom – La signora del faro), è Valerie Borg (Saskia Valencia), brillante avvocato e madre single, una donna in gamba, che dopo sette anni di lavoro in un rinomato studio legale di Stoccolma, decide di cambiare casa, lavoro e modo di vivere, dopo aver letto sul giornale l’annuncio di uno studio legale di Boxemberg, un piccolo paese di campagna. Il posto piace sia a lei sia al figlio Lasse (Lukas Schst), di dieci anni, un ragazzino simpatico e ben educato che ama lo sport, gli animali e l’aria aperta. Anche il colloquio con il signor Ludwig Steckelson (Siemen Ruhaak) sembra andare bene, con grande gioia di tutti. Uscendo dallo studio, però, Valerie viene presentata a un vecchio amico di Ludwig, Olaf Wilander (Dietrich Mattausch), proprietario della birreria del paese e di due cavalli da sella. Con grande fatica Olaf gli spiega che non può assumerla perché… è sua figlia illegittima, nata dall’errore di una notte durante un viaggio di lavoro! Egli aveva appreso le conseguenze del suo gesto alla nascita della bambina, trentanove anni prima, ma vigliaccamente l’aveva sempre mantenuta senza riconoscerla, per paura di perdere l’affetto e la stima di sua moglie e della loro figlia Leonie (Svenja Pages). 

Quella stessa notte, però, viene assalito dai dubbi e dalla nostalgia, riguarda le fotografie e rilegge le lettere  che ogni anno l’ex amante gli inviava, sino a dieci anni prima, quando si era sposata, non dando più notizie né sue né della figlia, ormai adulta e sicura di sé.

L’indomani Olaf, dopo lunga riflessione, comunica a Ludwig che può assumerla, in quanto forse quell’incontro è stato un segno del destino e lui ora desidera conoscere la figlia e il nipotino senza rivelare la sua vera identità. Così Olaf affitta loro la casa sul lago ed inizia a dare lezioni di equitazione a Lasse, diventando suo amico.

                    

Nel frattempo Valerie rivede per caso Marcus Hansen (Philippe Brenninkmeyer), un uomo col quale si era scontrata a Stoccolma, facendo jogging. Dopo vari incontri casuali, i due cominciano a piacersi e a cercarsi: Marcus vorrebbe dirle che è sposato, seppur in crisi, ma non fa in tempo, così presto, durante una cena a casa dei Wilander, Valerie, furiosa e ferita, scopre che Marcus è il marito di Leonie e che è mastro birraio nella fabbrica del suocero, che erediterà. 

                                                 

Naturalmente, quando egli si dichiara, spiegandole che lui e Leonie, ambiziosa giornalista sportiva sempre in viaggio di lavoro, si stanno lasciando, perché ormai non si amano né si vedono più, non gli crede e, con grande rabbia di Lasse, gli proibisce di frequentare Olaf. La situazione peggiora notevolmente quando Valerie, arrivando in studio, sente per caso una conversazione tra Olaf e Ludwig, in cui il primo gli chiede di licenziarla con una scusa, perché è la causa della separazione di Leonie e Marcus. L’avvocato è imbarazzato e tenta di fargli cambiare idea, ma alla fine promette di accontentarlo. La donna, in seguito, gli chiede spiegazioni, scoprendo di essere la figlia di Olaf. Dopo essersi licenziata, prende la sofferta decisione di ritornare a Stoccolma, ma il figlio scappa e va a sfogarsi con Irma Wilander (Uta Schorn), che ormai si è affezionata a lui. Valerie vuol dire addio a Marcus, ma dopo avergli svelato il segreto di Olaf, decide di partire con lui per il Canada, sua terra natale, dove egli diventerà il capo di un birrificio dell’amico d’infanzia Thomas Philipps (Eric Langner). Per evitare la partenza di Valerie e Marcus, Olaf è costretto a rivelare la verità alla moglie e alla figlia, e così, seppur con molto dolore, si arriva finalmente al lieto fine!

                      


sabato 20 febbraio 2021

L'eredità di Grandlunda

            

Karin Vastervik (Simone Heher) è l’amata veterinaria del paese di campagna in cui si è trasferita con il figlio Jonas (Justus Kammerer), che ora ha dieci anni, dopo il divorzio, avvenuto quattro anni prima. Sta per andare a vivere con il suo compagno, il più maturo Paul Eding (Michael Greiling), che ha un ottimo rapporto con Jonas ed è l’amministratore della grande e bellissima tenuta di Grandlunga, di proprietà del vecchio Magnus Hansson (Horst Sachtleben), malato e solo. Quando Karin gli regala un tenero cucciolo, che chiama Mike, sembra ritrovare le forze e la gioia di vivere, con grande soddisfazione di Mia Asmundson (Marlies Engel), la governante, alla quale chiede di cercare la figlia Greta (Jacqueline Ramel), con la quale non ha contatti da ben trentatré anni. Peccato, però, che il destino sia in agguato dietro l’angolo, e così, quella stessa sera, l’uomo muore. Nel pomeriggio Karin e Paul erano andati a Stoccolma, lui per una riunione e lei per passeggiare e fare shopping e la triste notizia li raggiunge lì, subito dopo che Karin, salvata da Tomas Fredriksson (Nicki Von Tempelhoff) da un’auto che procedeva a folle velocità, si era bevuta un drink con lui nel locale che lui avrebbe inaugurato quella sera stessa con l’amica Lina Olund (Tanja Gutmann). 

 

Quando l’avvocato del defunto, non rintracciando Greta, in quanto residente in una casa di cura da quando, quattro anni prima, ha avuto un terribile incidente d’auto, nel quale il marito ha perso la vita, fa arrivare a Grandlunda suo figlio, le cose si complicano ulteriormente. L’unico erede di Magnus, infatti, è proprio quel Tomas che ha salvato la vita a Karin! L’uomo vuole vendere subito la proprietà, nonostante sia da ben 200 anni la casa della sua famiglia, senza nemmeno vederla in quanto odia il nonno, che non ha mai conosciuto, perché in una fredda giornata invernale aveva cacciato di casa la figlia, appena maggiorenne, che non voleva dirgli chi era il padre del bimbo che aspettava. Mia, non ancora a Grandlunga all’epoca dei fatti, Karin e Paul erano al corrente di una diversa versione dei fatti e soprattutto quest’ultimo resta molto turbato dalle informazioni apprese, in quanto aveva un legame speciale con Greta, che forse nasconde un segreto importantissimo che lo riguarda. Nonostante i tentativi di resistenza da parte di Karin, inoltre, Tomas si innamora di lei, ricambiato, ferendo profondamente Paul e Jonas. Tra equivoci, menzogne, sacrifici e gelosie, le vite dei protagonisti di Inga Lindstrom – L’eredità di Granlunda (Germania, 2009) di Gunter Kraa (Inga Lindstrom – Rasmus & Johanna, Stefanie un angelo in corsia), si legheranno sempre di più, sino ad arrivare al classico e romanticissimo lieto fine.