martedì 24 dicembre 2019

Buon Natale 2019!


                      

Cari amici e amiche,
quest'anno vi auguro un Buon Natale con le parole della bellissima preghiera Bambino Gesù, asciuga ogni lacrima di Giovanni Paolo II:

                       


Asciuga, Bambino Gesù, le lacrime dei fanciulli!
Accarezza il malato e l’anziano!
Spingi gli uomini
a deporre le armi
e a stringersi in un universale abbraccio di pace!
Invita i popoli,
misericordioso Gesù,
ad abbattere i muri
creati dalla miseria
e dalla disoccupazione,
dall’ignoranza
e dall’indifferenza,
dalla discriminazione e dall’intolleranza.
Sei tu,
Divino Bambino di Betlemme,
che ci salvi,
liberandoci dal peccato.
Sei tu il vero e unico Salvatore,
che l’umanità spesso cerca a tentoni.
Dio della pace,
dono di pace
per l’intera umanità, vieni a vivere
nel cuore di ogni uomo e di ogni famiglia.
Sii tu la nostra pace
e la nostra gioia!

                             

e con un interessante racconto di Gianni Rodari, Il pianeta degli alberi di Natale: 

                         


Marco, bambino terrestre, era andato a trovare Marcus, bambino spaziale. Si incontrarono alla stazione interplanetaria. Lì cominciava la città spaziale, che assomigliava alle città terrestri, con strade, case e piazze. Ai lati di un viale crescevano due lunghissime file di abeti. Sui loro rami brillavano stelle, lampadine e palloncini lucenti, rossi, gialli, blu. Erano alberi di Natale.
"Scusa" domandò Marco "ma che giorno è oggi?".
"È Natale" rispose Marcus allegramente.
Intanto si erano avvicinati a un deposito di cavalli a dondolo: Marcus ne scelse uno, con una sella a due posti e invitò Marco a montare in groppa.
"Questi sono i nostri robot e servono per i trasporti pubblici, come i taxi" spiegò Marcus.
Il cavallo a dondolo partì senza scosse e senza rumore, scivolando come una barca sull'acqua.
Centinaia e centinaia di alberi di Natale grandi e piccoli spuntavano dappertutto, persino sui tetti e nei vasetti da fiori che stavano sui balconi. A Marco venne un dubbio e chiese: "Marcus, ieri che giorno era?".
"Natale" rispose Marcus senza esitare.
"E che giorno sarà domani?".
"Natale, Marco, Natale: te l'ho già detto."
"Ma se Natale era ieri!...".
"Ieri, oggi, domani, tutti i giorni. È Natale tutti i giorni, da noi."

                                   

lunedì 2 dicembre 2019

Inga Lindstrom - Matrimonio a Hardinghsholm



Se a pochi giorni dal matrimonio non ti è ancora arrivato l’abito da sposa, giustamente ti agiti. Se alla vigilia di questo evento, quello che hai sognato fin da quando eri piccola, che consideri il più importante della tua vita, serena per la consegna all’ultimo minuto del tuo bellissimo vestito, proprio mentre te lo provi, entra nella tua stanza, inaspettatamente, il tuo ex fidanzato, nonché fratello del tuo promesso sposo, tornato all’ovile dopo quasi cinque anni di avventure in giro per il mondo, ti agiti ancora di più. Se, infine, oltre a tutto ciò, il giorno del matrimonio sei malata di salmonella, come altri ospiti del ricevimento della sera precedente, per colpa del tiramisù preparato da una tua amica, non sei più agitata. Sei confusa, abbattuta, terrorizzata, disperata. E le nozze vanno, naturalmente, rimandate, con grande disappunto.
E allo spettatore non può non venire in mente la famosa citazione letteraria “questo matrimonio non s’ha da fare…”.  
Giorno dopo giorno, infatti, Lynn (Janin Reinhart), la protagonista di Inga Linsdtrom - Matrimonio a Hardinghsholm (Germania, 2008) di Karola Meeder (Anna e il re di Dresda, Un’estate a Praga, Inga Lindstrom – Estate sull’isola), alla quale capita tutto questo, è sempre più certa che questi disastri non siano sfortunate coincidenze, ma segni del destino, ed è infastidita dal sicuro ottimismo della madre (Petra Zieser). D’altronde lo stesso prete aveva detto che per due persone felici che si amano non cambia niente sposarsi un giorno o molto più avanti. 

                                                   

La presenza affettuosa e premurosa di Lars (Tom Beck), il suo ex fidanzato, irrita Lynn, perché prova nostalgia ed inizia a dubitare dei suoi sentimenti, così lo caccia dopo una lite.
In tutto questo susseguirsi di eventi, imprevisti ed emozioni, la giovane non si accorge nemmeno della distrazione di Erik (Florian Weber), il suo promesso sposo, che è rimasto colpito, ricambiato, di Hellen (Alyssa Jung), la postina sull’idrovolante (che però è fidanzata), arrivata dal cielo sull’isola come un angelo, per salvare il suo matrimonio, consegnando in tempo l’abito alla sposa. 
E se, invece, proprio la salvatrice, diventasse, pur non volendo, causa di crisi e di rottura?  
La forzata convivenza (la tempesta in arrivo per la quale Hellen non può più tornare a casa, i passaggi richiestigli da Lars, gli incontri casuali a Stoccolma) rende presto chiari a tutti i problemi nascosti, le passioni nuove e quelle mai dimenticate, chiedendo una profonda e sincera riflessione per il bene generale.
Peccato solo che le “disgrazie” non vengono mai da sole e che la batosta finale, solitamente, sia la più dura. Così il serio e pacato Erik, che tutti amano e rispettano, il faro nella tempesta sul quale si può contare sempre, non solo inizia ad essere stanco di tutte le responsabilità, ma viene inaspettatamente colto da una gravissima bufera. Una soffiata, infatti, fa chiudere alla polizia un suo cantiere al lago, per l’utilizzo di legname contaminato. Oltre al danno, la beffa. Erik naturalmente è estraneo ai fatti, ma non può provarlo, in quanto ha tutte le prove contro, il suo avvocato è irreperibile e suo fratello Lars, rimasto per aiutarlo, in quanto ex studente di legge, non riesce a salvarlo. Come può la buona Lynn dirgli che lo lascia, mentre egli rischia la bancarotta, l’onore e la galera? Così rifiuta Lars, pur amandolo ancora. 

                    

Ma un film d’amore non può finire così, per cui l’eroina principale (Hellen), preoccupata, cerca di  capire chi voglia incastrare Erik e perché, facendosi aiutare subito da lui e poi da Lars, comproprietario dell’azienda di famiglia e molto unito al fratello. Hellen dice ai due di aver visto,  volando, degli uomini al cantiere nonostante fosse chiuso, così vi si reca con Erik, che trova il suo progetto con un altro logo e poi, sorvolando la zona con Lars, si imbatte in Cullen (Peter Atanassow), il fedele caposquadra: giunti a terra, i due amici tentano di fermarlo mentre cerca di smaltire le prove compromettenti (le sostanze nocive), ma hanno la peggio e ad Hellen non rimane che correre all’ospedale con Lars gravemente ferito alla testa, avvisando Erik, che non vuol turbare Lynn, che, scoperto l’accaduto, lo prega di portarla con lui. Giunti a destinazione, la preoccupazione e l’amore di Lynn sono fin troppo evidenti ed i due fidanzati finalmente si chiariscono, senza rancori. Poi arriva il momento della verità tra Lynn e Lars, messo male ma dichiarato fuori pericolo, e tra Erik ed Hellen (che nel frattempo ha lasciato il suo bel pilota, che le aveva fatto una visita a sorpresa), raggiunta all’imbarco per il volo per Stoccolma, e romanticamente “rapita” tra lo stupore e la gioia generale. 

                                      

E il tanto sospirato matrimonio, con una grande festa ed il favoloso vestito, sistemati anche i cattivi (Cullen era stato pagato dall’apparentemente sincero commerciante di legname di fiducia) alla fine si fece. Anzi, se ne fecero due!   
  
                                              


mercoledì 31 luglio 2019

Rosamund Pilcher - E all'improvviso fu amore

All’inizio di Rosamunde Pilcher – E all’improvviso fu amore (Austria-Germania, 2006) una giovane donna, Julia (Jeanne Tremsal) viene elogiata da una delle sue clienti, cui ha organizzato l’inaugurazione della galleria d’arte ed, euforica, corre a dirlo al suo socio, nonché fidanzato, Billy (Andreas Zimmermann), trovandolo, però, in inequivocabile intesa con la sua cara amica Sara. A peggiorare la situazione, proprio in quel momento la chiama la madre Laura (Marijam Agischewa), che abita fuori città: la linea non prende bene e Julia, equivocando il problema di cui parla la donna e l’urgenza del suo tono, si precipita da lei credendola bisognosa d’aiuto. Il destino sembra proprio giocare a suo sfavore quando trova la carreggiata occupata da un trattore rotto. Nicolas  (Patrick Fichte), uno dei due uomini, casualmente giovane e bello, che lo sta aggiustando, trovandola (ricambiato) molto carina e preoccupata, si offre di portarla a destinazione con un altro trattore, su cui la giovane si diverte, dimenticandosi per un attimo delle sue nuvole nere. Arrivata nella libreria di famiglia, nella cittadina natia, da cui mancava da un bel po’ a causa dell’impegnativo lavoro, trova fortunatamente la donna in ottima forma e la notizia che doveva darle è nientepopodimeno che quella di un imminente matrimonio: il suo!
Vedova da moltissimi anni, infatti, Laura sembra aver finalmente trovato un altro uomo con cui trascorrere la vita, un maturo conte (Reiner Schone) che però la figlia, in cinque anni, ancora non ha conosciuto. Quest’ultima è felice che la madre stia bene e che sia nuovamente felice, ma trova il matrimonio un po’ affrettato (anche se non si capisce bene il perché).
Arrivata nella sua immensa tenuta per incontrarlo, ha modo di apprezzarlo, decidendo, così, di prendersi due settimane di pausa dal lavoro per aiutare i due ad organizzare il matrimonio. Esplorando il castello ed il parco, Julia fotografa le sue meraviglie (la vista è mozzafiato, con il mare pieno di barche ed il cielo colorato da svariate mongolfiere), tra cui l’uomo che l’ha portata sul trattore, che tra l’altro la sgrida, dal momento che si aggira in una proprietà privata (ma non l’ha riconosciuta?).
Poco dopo i due (è chiaro fin dall’inizio dove porteranno i loro casuali incontri) vengono presentati ed ogni equivoco o imbarazzo sparisce. Julia, futura figlia adottiva del conte, verrà anzi aiutata proprio da Nick (Nicolas), suo fidato assistente personale, nei preparativi delle nozze.
E qui, dal momento che il film è praticamente ancora all’inizio e tutto sembra già andare a gonfie vele, sorge il grande dubbio: dove sta l’inghippo? Dove sono gli ostacoli, i cattivi?
La curiosità dello spettatore, fortunatamente, inizia ad essere soddisfatta poco dopo, quando Julia, girovagando qua e là per scegliere i fiori, gli arredi e tutti gli altri dettagli per il gran giorno, scopre che il conte non dice loro la verità in quanto più volte lo vede in posti diversi da quelli in cui dovrebbe essere e con una donna (Christine Mayn) con cui si dimostra affettuoso. Campanello d’allarme: gli parla, e le sue giustificazioni sembrano plausibili, ma ciò che dice non è quello che la ragazza vede, così tenta di parlare anche alla madre, che però non le crede. Preoccupata, non sa cosa fare. Nel frattempo altri guai la assillano: il suo ex, che va a trovarla cercando (inutilmente) di riconquistarla, il lavoro (non può più restare in società con lui dopo quello che le ha fatto) e il nuovo amore con Nick, che però è sposato con Emily (Katrin Weisser), la misteriosa figlia del conte, appena tornata dall’estero. E qui si aggiunge un altro piccolo mistero: perché l’uomo non parla alla figlia e non la vuole invitare alle nozze? Quali sono gli inganni e le delusioni di cui la incolpa? E perché Nick l’ha fatta arrivare, se davvero vuol bene all’uomo?
Tutti questi dubbi assillano la mente di Julia, influenzata dalla ferita infertale da Billy. Non sapendo se credere all’amore di Nick, o alle parole di Emily (che decisamente non risulta il più simpatico tra i personaggi), soffre. A ciò si aggiunge un improvviso e gran malore del conte, che non solo renderà un po’ più umana la figura di sua figlia, ma soprattutto rivelerà la vera identità della donna misteriosa.
E in un battibaleno, superati gli ostacoli, come nelle favole si arriva al prevedibile e romanticissimo lieto fine (il film, infatti, mancando di veri impedimenti e di forti personaggi cattivi, ed avendo una trama parecchio debole ed un po’ sfilacciata, sembra addirittura filar più liscio proprio di una favola, come fosse un meraviglioso sogno), proprio un attimo prima che Julia ceda alle difficoltà, arrendendosi e perdendo un'ottima occasione per rendere radioso il suo futuro. 
Questo film di Dieter Kehler (La sposa indiana, La donna sulla scogliera, La camera azzurra), il cui titolo è un po’ vago e generico, non totalmente azzeccato, è nell’insieme largamente godibile ed interessante, offrendo inoltre una bellissima direzione della fotografia. 


sabato 20 aprile 2019

Buona Pasqua 2019!

                                              
          

Cari amici de Il nido di Simo, a tutti voi auguro una Felice Pasqua e una gioiosa Pasquetta tramite le parole di alcuni grandi autori, di un papa e di una santa che amo molto.

                                             

Le campane hanno spezzato 
le funi che le tenevano legate.
La terra ha sobbalzato,
s’è aperta e versa fiori.
E i fiori vanno in processione,
si affollano per le valli,
strisciano per i muri,
si annidano nei crepacci,
si arrampicano sulle pergole,
si affacciano agli orli dei sentieri.
Le farfalle sciamano, volano,
ruotano, prese nel gaio vortice.
Gli uccelli si sono ridestati tutti
insieme battendo l’ali.
Alleluja! – le campane che hanno 
spezzato le funi suonano a festa,
a gran voce. 
Valli e monti si rimandano
gli echi festosi.
Alleluja.




(Alleluja, Angiolo Silvio Novaro)
                                                    
                                                      E con un ramo di mandorlo in fiore,
                                                      a le finestre batto e dico: “Aprite!

Cristo è risortoe germinan le vite

Nuove e ritorna con l’april l’amore.

Amatevi tra voi pei dolci e belli

Sogni ch’oggi fioriscon sulla terra,

uomini della penna e della guerra,

uomini della vanga e dei martelli.

Apritei cuori. In essi irrompa intera

Di questo dì l’eterna giovinezza”.

Io passo e canto che la vita è bellezza.

Passa e canta con me la primavera.



(Pasqua, Ada Negri)


                

Campane di Pasqua festose

che a gloria quest’oggi cantate,

oh voci vicine e lontane

che Cristo risorto annunciate,

ci dite con voci serene:

“Fratelli, vogliatevi bene!

Tendete la mano al fratello,

aprite le braccia al perdono;

nel giorno del Cristo risorto

ognuno risorga più buono!”.

E sopra la terra fiorita,

cantate, oh campane sonore,

ch’è bella, ch’è buona la vita,

se schiude la porta all’amore.



(Campane di Pasqua, Gianni Rodari)



         




A festoni la grigia parietaria

Come una bimba gracile s’affaccia

Ai muri della casa centenaria.

Il ciel di pioggia è tutto una minaccia

Sul bosco triste, chè lo intrica il rovo

Spietatamente, con tenaci braccia.

Quand’ecco dai pollai sereno e nuovo

Il richiamo di Pasqua empie la terra

Con l’antica pia favola dell’ovo.

(Pasqua, Guido Gozzano)







                                                                  (Giovanni Paolo II)
          

Sappiamo bene che ciò che facciamo non è che una goccia nell’oceano. Ma se questa goccia non ci fosse, all’oceano mancherebbe. Che questa pasqua ti faccia capire l’importanza delle piccole cose per i grandi cambiamenti.



(Madre Teresa)

   

  

“La Pasqua è un’occasione meravigliosa per ringiovanire nello spirito e nella speranza…”




                                            



venerdì 18 gennaio 2019

La sesta grande avventura di Agatha

Londra, un sabato mattina di fine gennaio: Larry si sveglia a fatica per seguire una lezione al computer, sbadigliando senza interruzione. Un amico lo invita alla sua fantastica festa di compleanno in un locale esclusivo in centro a tema anni Settanta, dove balla fischiettando allegramente, facendo scorta di stuzzichini. Uno splendore di ragazza gli si avvicina e Larry balbetta per l'imbarazzo, finché non viene convocato per una pericolosissima missione.
La cugina Agatha, dopo aver consultato una montagna di libri e preso appunti, mentre il gatto Watson giocava rincorrendo un gomitolo di lana, si fa bella per andare a teatro con Mr Kent ma, raggiunta da Larry, si dirige rassegnata all'aeroporto, destinazione Isole Bermuda, per svolgere una delicata indagine per conto dell'australiano proprietario di una grande catena di fish and chips, oltre che di una flotta di pescherecci, un pezzo grosso che vuole mantenere la massima segretezza sull'incarico, che incontra l'indomani nella sua sontuosa villa. 
Stanchi e assonnati i cugini atterrano a Grande Bermuda, accolti dalle energiche manate sulla schiena dell'entusiasta zio, dalla corporatura atletica, la pelle abbronzata ed il volto sorridente, il ritratto della salute, per la vita all'aria aperta e la costante attività fisica, che li porta al suo acquario. Larry è meravigliato, e preoccupato per il tesoro rubato e sproloquia su strampalate teorie di complotto, rapimenti alieni e fenomeni paranormali avvenuti in quello strano luogo.
Dopo un sonno ristoratore ed una deliziosa colazione si recano all'appuntamento con l'appassionato del recupero di antichi relitti e del loro carico prezioso, per parlare della ricerca di Aalcazar, il galeone spagnolo che al tempo dei conquistadores trasportava l'oro razziato in Messico, che aveva a bordo un prezioso calendario maya, un reperto dal valore inestimabile, scomparso durante una brutta tempesta dopo che era stato recuperato. Ma è caduto in mare o è stato rubato? Si sospetta del capitano e dell'equipaggio della nave. Larry è irrequieto, sconsolato, e brontola, mentre il mondo silenzioso della barriera corallina si spalanca sotto di loro, Ed arriva il momento di conoscere ed interrogare il capitano, un individuo alto e robusto che grugnisce diffidente, con la barba incolta e i capelli biondi raccolti, cioè l'aspetto di un vero lupo di mare!, che ruggisce con tono rabbioso per il suo lavoro infame. Dopodiché tocca alla sua ciurma: il possente nostromo dal cranio rasato e la pelle scura, dal cipiglio poco rassicurante e un machete dalla lama lucente assicurato alla cintura, il cambusiere dalla voce un po' strascicata, che sghignazza, con una vecchia fiaschetta e una pipa di legno scheggiata all'angolo della bocca, il giovane tecnico e le due belle sommozzatrici.  
Dopo la traversata sulla nave oceanografica è il momento di perlustrare la nave. Si inizia dalla stiva di poppa, da dove si possono ammirare i guizzi delle murene tra gli anfratti. Larry, che soffre il mal di mare, ha i brividi percorrendo gli stretti corridoi della stiva. Nel laboratorio acquatico, 
Dopo una breve perlustrazione, con Larry che, sospirando, brontola per la difficoltà del suo mestiere, e Watson che zampetta allegro, stuzzicato dallo scenario tutto nuovo, si fa la conta dei danni e Agatha si accorge di strane coincidenze, attribuite dall'equipaggio alla dea del mare della tradizione caraibica. Valutate attentamente le stranezze e la curiosa abbondanza di nuovi indizi, oltre alle contraddizioni nel racconto della notte del furto, si rifà la lista dei sospettati, tenendo conto che le apparenze ingannano e che la soluzione più probabile è sempre quella più semplice. Ricostruita tutta la storia, il piano ben congegnato e giunti all'esito strabiliante delle indagini, il capitano invita i nostri amici a cena sullo yatch, intonando con voce sguaiata vecchie canzoni marinare, tra le varie gustose pietanze..
Ed eccoci alla fine di Agatha Mistery - Il tesoro delle Bermuda: l'indomani, lo zio Conrad, pieno di risorse, costringe Larry a mettersi alla prova, ad affrontare le sue paure come un vero uomo, con forza e coraggio, e con orgoglio, il giovane ritrova un po' di rilassante spavalderia, che gli fa dimenticare la paura di una bocciatura! 

sabato 5 gennaio 2019

Benvenuta Befana!


Venite, angioli santi,
e venite suonando;
venite tutti quanti,
Gesù Cristo laudando
e la gloria cantando
con dolce melodia.
Ecco ‘l Messia.
Pastor, pien di ventura 
che state qui a vegghiare
,
non abbiate paura:
sentite voi cantare?
Correte ad adorare
Gesù con mente pia.
Ecco ‘l Messia.
Vo ‘l troverete nato
tra ‘l bue e l’asinello,
in vil panni fasciato
e già non ha mantello:
ginocchiatevi a quello
ed a santa Maria.
Ecco ‘l Messia.
E’ Magi son venuti,
da la stella guidati,
coi lor ricchi tributi,
in terra ginocchiati
e molto consolati,
adorando il Messia,
e la Madre Maria.
(Adoriamo il Messia, Angiolo Silvio Novaro)


Pastorelli, pastorelli,
con in braccio la cornamusa
e gioia sul viso diffusa,
dove andate così snelli?
Udiste forse qualche nuova
che il cuore vi muova?
E voi Re Magi dalla rossa sella
che camminate dietro la stella,
portando un sacco di doni,
e parete così buoni
con la barba e l’occhio mite,
chi cercate? Dite, dite,
e i tesori a chi li offrite?
Oh, se andate a Betlemme
con quel corteo di gemme
deh, pigliatemi con voi!
Ch’io lo veda il fanciullino
fasciato nel pannolino,
tra l’asino e il bue suoi,
che gli fiatano vicino!
(Epifania, Angiolo Silvio Novaro)




Una luce vermiglia
risplende ne la pia notte
e si spande via
per miglia e miglia.
“O nova meraviglia!
O fiore di Maria!”.
Passa la melodia
e la terra s’ingiglia.
Cantano, tra il fischiare del vento
per le forre,
i biondi angeli in coro:
ed ecco Baldassarre
e Gaspare e Melchiorre
con mirra, incenso e oro.
(I Re Magi, Gabriele D'Annunzio)



I tre santi Re Magi d’Oriente
chiedevano sostando a ogni città:
“Oh bimbe, oh donne, ci sapreste dire
la strada per Betlemme dove va?”
Nè giovani nè vecchi lo sapevano
ed essi riprendevano il cammino
ma una cometa dalla chioma d’oro
or li guidava come un lumicino.
La stella sulla casa di Giuseppe
ristette e i santi tre Re Magi entrar;
muggiva il bove, gridava il bambino,
ed i Re Magi presero a cantar.
(Guido Gozzano)



Discesi dal lettino
son là presso il camino,
grandi occhi estasiati,
i bimbi affaccendati
a metter la calzetta
che invita la vecchietta
a portar chicche e doni
per tutti i bimbi buoni.
Ognun chiudendo gli ochi,
sogna dolci e balocchi;
e Dori, il più piccino,
accosta il suo visino
alla grande vetrata
per veder la sfilata
dei Magi, su nel cielo,
nella notte di gelo.
Quelli passano intanto
nel lor gemmato manto,
e li guida una stella
nel cielo, la più bella.
Che visione incantata,
nella notte stellata!
E la vedono i bimbi,
come vedono i nimbi
agli Angeli festanti
ne’ lor candidi ammanti.
(La Befana, Guido Gozzano)



Buon 2019!

                                                   

Nella notte di Capodanno,
quando tutti a nanna vanno,
è in arrivo sul primo binario
un direttissimo straordinario,
composto di dodici vagoni
tutti carichi di doni…

Gennaio

Sul primo vagone, sola soletta, 
c'è una simpatica vecchietta.
Deve amar molto la pulizia
perché una scopa le fa compagnia…
Dalla sua gerla spunta il piedino
di una bambola o di un burattino.
-Ho tanti nipoti, - borbotta, -ma tanti!
E se volete sapere quanti,
contate tutte le calze di lana 
che aspettano il dono della Befana.

Febbraio

Secondo vagone, che confusione!
Carnevale fa il pazzerellone:
c'è Arlecchino, c'è Colombina,
c'è Pierrot con la sua damina,
e accanto alle maschere d'una volta
galoppano indiani a briglia sciolta,
sceriffi sparano caramelle,
astronauti lanciano stelle
filanti, e sognano a fumetti
come gli eroi dei loro giornaletti.

Marzo

Sul terzo vagone
viaggia la Primavera
col vento marzolino.
Gocce ridono e piangono
sui vetri del finestrino.
Una rondine svola,
profuma una viola…
Tutta roba per la campagna.
In città, fra il cemento,
profumano soltanto
i tubi di scappamento.

Aprile

Il quarto vagone è riservato
a un pasticcere rinomato
che prepara, per la Pasqua,
le uova di cioccolato.
Al posto del pulcino c'è la sorpresa.
Campane di zucchero
suoneranno a distesa. 

Maggio

Un carico giocondo
riempie ilquinto vagone:
tutti i fiori del mondo,
tutti i canti di Maggio…
Buon viaggio! Buon viaggio!

Giugno

Giugno, la falce in pugno!
ma sul sesto vagone io non vedo soltanto
le messi ricche e buone…
Vedo anche le pagelle:
un po' brutte, un po' belle,
un pò gulp,un po' squash!
Ah, che brutta invenzione,
amici miei,
quei cinque numeri prima del sei.

Luglio

Il settimo vagone
è tutto sole e mare:
affrettatevi a montare!
Non ci sono sedili ma ombrelloni.
Ci si tuffa dai finestrini
meglio che dai trampolini.
C'è tutto l'Adriatico,
c'è tutto il Tirreno:
non ci sono tutti i bambini…
ecco perché il vagone non è pieno.

Agosto

Sull'ottavo vagone ci sono le città:
saranno regalate 
a chi resta in città
tutta l'estate.
avrà le strade a sua disposizione:
correrà, svolterà, parcheggerà
da padrone.
a destra e a sinistra
sorpasserà se stesso…
Ma di sera sarà triste lo stesso.

Settembre

Osservate sul nono vagone
gli esami di riparazione.
Solenni, severi come becchini…
e se la pigliano con i bambini!
Perché, qualche volta, per cambiare, 
non sono i grandi a riparare?

Ottobre

Sul decimo vagone
ci sono tanti banchi,
c'è una lavagna nera
e dei gessetti bianchi.
Dai vetri spalancati
il mondo intero può entrare:
è un ottimo maestro
per chi lo sa ascoltare.

Novembre

Sull'undicesimo vagone
'è un buon odore di castagne,
paesi grigi, grigie campagne
già rassegnate al primo nebbione,
e buoni libri da leggere a sera
dopo aver spento la televisione.

Dicembre

Ed ecco l'ultimo vagone,
è fatto tutto di panettone,
ha i cuscini di cedro candito
e le porte di torrone.
Appena in stazione sarà mangiato
di buon umore e di buon appetito.
mangeremo anche la panca
su cui siede a sonnecchiare
Babbo Natale con la sua barba bianca. 

(E' in arrivo un treno carico di.., Gianni Rodari)


L'anno vecchio se ne va, e mai più ritornerà,
io gli ho dato una valigia di capricci e impertinenze,
di lezioni fatte male, di bugie e disubbidienze,
e gli ho detto: "Porta via! Questa è tutta roba mia".
Anno nuovo, avanti avanti, 
ti fan festa tutti quanti,
tu la gioia e la salute porta ai cari genitori,
ai parenti ed agli amici rendi lieti tutti i cuori,
d'esser buono ti prometto, anno nuovo benedetto. 

(L'anno nuovo, Angiolo Silvio Novaro)




                                                                      Un augurio per
ogni sorriso che ti
farà star bene,
per ogni abbraccio
che ti scalderà il 
cuore, per ogni 
sogno
che vorrai 
realizzare.


Cosa posso dirvi per aiutarvi
a vivere meglio in questo anno?
Sorridetevi
gli un gli altri;
sorridete a vostra moglie,
a vostro marito,
ai vostri figli,
alle persone con le quali lavorate,
a chi vi comanda;
sorridetevi a vicenda;
questo vi aiuterà a crescere nell'amore,
perché il sorriso è il frutto dell'amore.

(Madre Teresa di Calcutta)


Bevo a chi è di turno, in treno, in ospedale,
cucina, albergo, rado, fonderia,
in mare, su un aereo, in autostrada,
a chi scavalca questa notte senza un saluto,
bevo alla luna prossima alla ragazza incinta,
a chi fa una promessa, a chi l'ha mantenuta,
a chi ha pagato il conto, a chi lo sta pagando,
a chi non è invitato in nessun posto,
allo straniero che impara l'italiano,
a chi studia la musica, a chi sa ballare il tango,
a chi si è alzato per cedere il posto,
a chi non si può alzare, a chi arrossisce,
a chi legge Dickens, a chi piange al cinema,
a chi protegge i boschi, a chi spegne un incendio,
a chi ha perduto tutto e ricomincia,
all'astemio che fa uno sforzo di condivisione,
a chi è nessuno per la persona amata,
a chi subisce scherzi e per reazione un giorno sarà eroe,
a chi scorda l'offesa,a chi sorride in fotografia,
a chi va a piedi, a chi sa andare scalzo, 
a chi restituisce da quello che ha avuto,
a chi non capisce le barzellette,
all'ultimo insulto che sia l'ultimo,
ai pareggi, alle ics sulla schedina,
a chi fa un passo avanti e così disfa la riga,
a chi vuol farlo e poi non ce la fa,
infine bevo a chi ha diritto a un brindisi stasera
e tra questi non ha trovato il suo.

(Erri De Luca)