Se cercate un libro mozzafiato, con dei personaggi ben delineati che presto diventeranno vostri amici, dei quali vorrete sapere subito tutto, dovete assolutamente leggere il pluripremiato Resto qui, Giulio Einaudi Editore, Torino 2018 di Marco Balzano (Il figlio del figlio, Pronti a tutte le partenze, L'ultimo arrivato), un inno alla forza e alla sopportazione nel dolore e nei sacrifici, una riflessione sulla Storia, sulla guerra, sulla distruzione e il caos che essa porta con sé, sul perdono e sugli errori umani da non ripetere.
Una storia complessa in quanto pregna di spunti per considerazioni sui problemi sociali, politici ed economici di un piccolo paese del Sudtirolo, Curon, e dell'intero Paese a cui esso appartiene, tra i quali quello dell'emigrazione e dell'immigrazione, degli espropri forzati, delle morti sul lavoro, della disoccupazione, della giustizia, della pace e della povertà. La storia di una comunità dapprima unita e serena pur nella fatica e nelle difficoltà, che poi, dopo l'inizio della seconda guerra mondiale e la volontà di forestieri di costruire una diga che sommergerà il paese, che verrà ricostruito più in alto, perde la sua forza, la sua coesione, e viene divisa, disgregata da false promesse, rabbia, vane speranze e sospetti. Una dura storia personale che è anche la dura storia di un'intera comunità, la triste storia di tutte le comunità che in ogni tempo e luogo hanno dovuto subire il volere altrui, spesso sottomettendosi ad un potere indifferente o addirittura dispotico.
Una storia che insegna come solo la fiducia negli altri e la solidarietà possano aiutare a mantenere una parvenza di normalità anche nella sciagura, a consolare delle perdite, degli affanni, dei crimini subiti. E di come sia difficile ottenere questo sostegno, vinto dalla diffidenza, dall'odio, dal senso di impotenza, dal cieco disinteresse e dall'egoismo, oltre che dalla cruda cattiveria e dalla violenza.
Una storia forte, ambientata tra gli anni '20 ed un tempo indefinito dopo il 1953, alla quale non riuscivo a smettere di pensare quando non potevo continuare a leggerla perché desideravo conoscerne lo sviluppo e la fine. Sin dall'inizio, infatti, si capisce che la protagonista soffre perché sta combattendo una lotta interiore tra i ricordi del passato, varie contrastanti emozioni e il suo difficile carattere, reso più aspro dalle tristi vicende della sua vita e dalla nuova realtà in cui deve vivere.
La storia personale della dura vita di Trina, un'adolescente che perde la sua spensieratezza con lo spettro della guerra e dei cambi di potere, diventando maestra clandestina, usando le parole e i loro significati come arma di difesa nelle ostilità, dai vari nemici che vogliono distruggere il suo mondo, inondandolo, per motivi per lei inaccettabili. Al suo fianco avrà la sua famiglia ed Erich, che presto sposerà, ma in seguito arriveranno i lutti, le partenze, i rapimenti e la sua grinta e il suo coraggio si indeboliranno, tra liti, pianti, sensi di colpa ed esasperazione. Il suo corpo e la sua mente, come quelli di Erich, sembreranno non trovare pace, sempre alla ricerca di una soluzione ai loro problemi più grandi.
Il libro cambia scenario e ritmo, diventando ancora più incalzante, quando Trina decide, dopo aver chiesto alla madre di raggiungere suo fratello Peppi e la sua famiglia a Bergamo per la sua sicurezza, di fuggire sulle montagne per raggiungere il confine svizzero con Erich, ferito, che non vuole assolutamente tornare al fronte. Nel loro viaggio i due giovani dovranno combattere con il freddo, la neve, la paura, la fame, gli animali del bosco ed incontreranno altri disertori e fuggiaschi. Dovranno attendere con pazienza, nascondendosi, il momento giusto per raggiungere i luoghi in cui rifugiarsi e dovranno assistere ad efferate vendette contro persone buone ed innocenti: persino la fede dei preti infine vacillerà.
Il destino ineluttabile e crudele continua a colpire duramente anche quando non ce la facciamo più a sopportarlo, ma Trina, eroina tragica moderna, porterà fiera la sua pesante croce, sempre più sola e senza più nulla da perdere, fino alla fine, naturalmente non molto lieta.
La storia, tristemente realistica, insegna a combattere con tenacia per ciò in cui si crede e ad accettare la sconfitta più bruciante quando purtroppo non c'è più niente da fare, senza mai perdere il proprio onore e la personale dignità anche quando si è soli contro il mondo, tra approfittatori, orrori e squallore.
Il testo è anche una storia d'amore, anche verso il borgo natio, da cui traspaiono i valori dell'amicizia, della famiglia, dell'appartenenza ad una collettività e della libertà, oltre che del senso della vita. Altri valori che emergono dalla vicenda raccontata sono quelli dell'educazione, del lavoro, del sapersi reinventare per andare avanti nella più grave prostrazione.
Oltre che per le citazioni colte, il libro è interessante anche per la curiosità che sin dal suo inizio suscita nel lettore riguardo alle vicende della protagonista e della misteriosa figlia alla quale si rivolge. Anche le descrizioni del paesaggio sono bellissime ed avvolgenti, con l'alternarsi delle stagioni ed il trasformarsi dei dintorni del borgo a causa della costruzione della diga ed è ben reso anche lo scorrere del tempo. Viene ben descritto l'entourage familiare della protagonista, le sue amicizie, i suoi studi, il suo lavoro, le sue passioni, i suoi passatempi, la nascita della sua storia d'amore con Erich Hauser, altro protagonista del libro, così diverso da lei, ma in fondo così uguale, nel suo essere schivo, testardo e in fondo solo nella sua lotta per la giustizia e per la salvezza del paese che tanto ama e dei suoi abitanti, oltre che della splendida valle circostante.
Un libro amaro, che parla dell'orgoglio, del disprezzo, del panico, della vergogna, delle ossessioni e della stanchezza nei tempi bui, della malinconia e del turbamento che assalgono per la perdita e l'assenza di qualcuno o di qualcosa. Un libro in fondo cupo, ma poetico e bellissimo, nel quale i personaggi sono perfettamente delineati nella loro complessità di carattere, nelle loro emozioni, azioni e motivazioni, e nel quale è buona la resa dello stile, dal ritmo rapido costruito con brevi capitoli che spesso iniziano in media res, togliendo il fiato ed accendendo la curiosità.